SVIZZERA, REFERENDUM DEL 13 GIUGNO : LA FCLIS INVITA A VOTARE “SÌ” PER LEGGE COVID-19 E LEGGE SUL CO2

ZURIGO -Il prossimo 13 giugno, le cittadine e i cittadini svizzeri saranno chiamati a esprimersi su 5 oggetti. Per due di essi la Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera invita caldamente a votare e a far votare “sì”.

Si tratta della Legge COVID-19 e della Legge sul CO2. Le operazioni di voto per corrispondenza sono già in corso e gli elettori hanno già ricevuto a casa la documentazione necessaria. Legge COVID-19 “Per limitare i danni causati dalla pandemia di coronavirus, il Consiglio federale – spiega la Fclis – ha deciso una serie di provvedimenti e diversi aiuti (ad es. indennità per lavoro ridotto, indennità per perdita di guadagno, aiuti alla cultura, allo sport e ai media). Per farlo, ha dovuto ricorrere – oltre che alla legge sulle epidemie – anche al diritto di necessità, previsto dalla Costituzione così da disporre delle competenze di decidere e agire in un contesto di crisi e pericolo. Questo “diritto di necessità” ha una durata limitata a 6 mesi. Per poter continuare a garantire aiuti, Consiglio federale e Parlamento hanno elaborato una legge specifica, la Legge COVID-19, adottata dal Parlamento in urgenza e subito messa in pratica. A questa legge è stato opposto un referendum. Secondo il comitato referendario, la legge è infatti stata elaborata troppo in fretta e senza consultare i cittadini. Malgrado alcuni aspetti positivi, conterrebbe inoltre diversi svantaggi. Consiglio federale e Parlamento sostengono che la legge è stata approvata nel rispetto delle regole della democrazia. Questa legge è fondamentale per garantire gli aiuti alle categorie toccate dalla pandemia, per tutto il tempo che sarà necessario così da assicurare i posti di lavoro e la sopravvivenza delle imprese svizzere. Se la legge venisse respinta, prenderebbe fine il 25.9.21 – a un anno dalla sua attuazione. Ciò significherebbe che a partire da quella data non vi sarebbero più le basi legali necessarie per continuare a farsi carico di aiuti economici contro la crisi, con il rischio di creare una situazione di grande incertezza. Secondo il Consiglio federale e il Parlamento, la legge è necessaria per fare fronte alla crisi più grave dalla Seconda Guerra mondiale a questa parte. Essa assicura un sostegno finanziario a centinaia di migliaia di persone e imprese in difficoltà, mitigandone così le sofferenze e preservando posti di lavoro e salari. Il comitato referendario raccomanda il “no”. Il comitato referendario critica il fatto che la legge sia stata elaborata in tempi molto brevi e posta in vigore senza consultare il Popolo. Per il comitato, benché contenga elementi positivi, la legge ne prevede anche di deleteri, come le sovvenzioni a favore dei media. Secondo il comitato, il Consiglio federale potrebbe aiutare in altro modo le persone danneggiate dai provvedimenti contro la pandemia”. Legge sul CO2 “Le emissioni di gas a effetto serra – in particolare il CO2 – causano cambiamenti climatici dannosi per l’uomo e per l’ambiente. Periodi di canicola, siccità, inondazioni e frane sono solo alcune delle conseguenze negative che colpiscono particolarmente la Svizzera. Per contrastarli – spiega la Fclis – , Consiglio federale e Parlamento hanno elaborato una strategia volta a ridurre ulteriormente le emissioni di CO2 contenuta nella Legge CO2. Contro questa Legge è opposto un referendum: la legge sarebbe costosa e inutile (le emissioni di CO2 svizzere sono solo un’infima parte delle emissioni mondiali), oltre a colpire economicamente il ceto medio e le PMI con nuove tasse e nuove esigenze. Consiglio federale e Parlamento sono convinti della strategia scelta in grado di limitare i cambiamenti climatici e gli effetti dannosi che ne conseguono, senza penalizzare la popolazione e le aziende. Questo grazie a incentivi finanziari o rimborsi per chi – sia privati sia imprese – genera meno CO2; grazie a investimenti nella protezione del clima e nel progresso tecnico con vantaggi per tutti (ad esempio vi sarebbe una maggior disponibilità di veicoli a minor consumo di benzina e diesel). Con la nuova legge, oltre a proteggere il clima, si creerebbero nuovi impieghi e nuove commesse per le PMI. E si ridurrebbe la dipendenza da aziende petrolifere estere. Se la nuova legge CO2 venisse respinta, la Svizzera dovrebbe certamente dire addio al suo obiettivo di dimezzare, rispetto al 1990, entro il 2030 le emissioni di gas a effetto serra (Accordo di Parigi). Il Consiglio federale e il Parlamento raccomandano il “sì”. Periodi di canicola, siccità, frane: senza contro misure più efficaci, i cambiamenti climatici causeranno danni ingenti e costi elevati. Molti Stati si sono perciò attivati e lo stesso deve fare la Svizzera. La legge intensifica la protezione del clima, genera commesse per le PMI, crea posti di lavoro ed è socialmente sostenibile. I comitati referendari raccomandano il “no”. Secondo il «Comitato economico NO alla legge sul CO2» la legge è costosa e di nessuna utilità per il clima. Inoltre è iniqua perché colpisce soprattutto le fasce di reddito medio-basse. Per il comitato «Per un’ecologia sociale» la legge consolida le strutture climaticide”. (Inform)