NOTA SU ARGEBTIN A CILE E URUGUAY

SA - L’associazionismo in diverse parti dell’America Latina, subisce un processo di snaturazione che lo rende vulnerabile a qualsiasi tipo di strumentalizzazione. Partendo da questa premessa, mi permetto fare alcune riflessioni sulla situazione associativa in Argentina, in Cile e in Uruguay. In Argentina,

dove esiste una imponente comunità italiana, esistono anche distorsioni associative che tendono a strumentalizzare l’emigrazione a soli fini politico elettoralistici. Questo è un metodo inaugurato dal duo Pallaro Merlo nel 2006 quando nel panorama politico del voto all’estero, spuntò la lista Associazioni Italiane del Sud America (AISA). L’alleanza ebbe vita effimera, nel 2007, Merlo si distacca da Pallaro e fonda il Movimento Associativo Italiani All’estero (MAIE) con il quale, attraverso posizionamenti e spostamenti di comodo, riesce a galleggiare nei meandri del potere, riuscendo a ricoprire anche la carica di sottosegretario con la delega degli Italiani all’Estero. Sulla strada così spianata, senza ostacoli da parte di chi non mise in campo azioni di contrasto, il MAIE mette in piedi una imponente rete di responsabili paese, coordinatori territoriali ecc., riuscendo anche a monopolizzare diversi COMITES spesso favorito anche dalla presentazione delle mono liste in diverse circoscrizioni consolari. I risultati raggiunti dal MAIE, incoraggiano la nascita di altri movimenti come l’USEI in Argentina e il MAIU in Uruguay fondato dal socio di Merlo che fino ad ora ha rappresentato il MAIE, certo Aldo Lamorte che è stato eletto anche presidente del COMITES. Questi ultimi due organismi per altro sono protagonisti di manovre poco chiare. Mi riferisco alla vicenda Cario eletto senatore con l’USEI e passato subito al MAIE, ancora oggi pare, all’attenzione della giustizia ordinaria oltre che a quella parlamentare, conclusasi con la revoca di Adriano Cario dalla carica di senatore e la nomina al suo posto di Fabio Porta, una vicenda durata quattro anni. Mi riferisco anche a quanto successo a Montevideo e denunciato dalla testata “Gente d’Italia” e non solo, ossia la scomparsa di un migliaio di plichi spediti ad elettori che si erano iscritti per votare e mai arrivati a destinazione. Sempre a Montevideo, con un comportamento poco chiaro e incomprensibile durante lo spoglio, non è stata ammessa la stampa ad assistere alle operazioni di spoglio una operazione che sembrerebbe portata avanti a porte chiuse. Cosa diversa è il Cile, dove le associazioni che orbitano nell’area del centro sinistra, non collaborano tra di loro e spesso nemmeno si conoscono, tanto da essere stati assenti anche nelle ultime elezioni dei COMITES. Nel lavoro di riunioni svolto dalla FILEF, è stato possibile notare che rappresentanti della federazione non hanno collegamenti con il mondo associativo. A questa situazione così complicata, bisogna alla fine aggiungere che sia i patronati che i partiti politici si sono disinteressati, ad eccezione della lega e di Italia Viva che hanno presentato proprie liste, cercando di mettere un’ipoteca sul voto all’estero. Su questa area territoriale, abbiamo potuto notare che l’associazionismo che orbita attorno al centrosinistra ha una buona potenzialità ed un numero di aderenti non indifferente. Quello che va fatto, secondo il mio modesto parere, è per prima cosa mettere in collegamento tutti questi pezzi tra di loro e fare in modo che entrino nel circuito associativo, arricchendo anche politicamente la presenza associativa, che come prima cosa deve cercare di inserire nell’alveo associativo tutte le potenzialità esistenti sia da parte di individuali che da parte delle associazioni regionali presenti sul territorio. Occorre quindi fare una riflessione sul modo di procedere, in modo da restituire all’associazionismo il ruolo che gli si addice, che è quello di difendere i diritti degli emigrati e di rappresentarli nei nei confronti delle istituzioni nelle sedi opportune. (Salvatore Augello 05 febbraio 2022)