IL PREMIER ANNUNCIA DI VOLERE DIFENDERSI NEI PROCESSI, MAâ€ARMA†IL PARLAMENTO PER OTTENERE LO SCUDO E NON SUBIRLI
Il Presidente del Consiglio annuncia che si presenterà alle udienze in tribunale, i suoi legali confermano, precisando tuttavia che la disponibilità del Premier è limitata alla giornata di lunedì. Dal Palazzo di Giustizia di Milano non arriva alcun commento, ma pare che non sia stata giudicato sufficiente questo atto di liberalità , il processo ha bisogno di qualche giorno in più. L’annuncio, tuttavia, è diventato notizia, quasi che l’imputato Berlusconi stia facendo un regalo alla giustizia, mentre – invece – si tratta di obbedire alla legge, né più nemmeno. Che la normalità faccia notizia dalle nostre parte, non è certo una novità , ma va segnalata perché il deputato- avvocato Nicolò Ghedini, difensore di Berlusconi, ha commentato con particolare enfasi la scelta del suo “clienteâ€, perché permette di fare capire ai giudici come stanno le cose. E sotto ha pienamente ragione. Se si considera il tribunale il luogo dei plotoni di esecuzione, come ha più volte affermato Silvio Berlusconi, e si fanno le divine e le umane cose per sottrarsi ai processi “educando†gli italiani alla sfiducia verso i giudici, si sceglie la strada sbagliata e si lascia sospettare che si abbia la coda di paglia. Nicolò Ghedini, quindi, ha ben ragione, manifesta la sua euforia. Ma se così stanno le cose per quale ragione il Parlamento è “sequestrato†dalla prescrizione breve, processo breve, intercettazioni, riforma della giustizia, conflitto di attribuzione? Se il Premier ha deciso di dimostrare la sua innocenza nel dibattimento, non deve cercare alcuno scudo, altrimenti non è credibile e la sua presenza nel processo viene percepita come una comparsata a fini comunicazionali, nulla di più. Infine, un’osservazione suggerita dalla più recente dichiarazione del Premier. “Da me nessun attacco alle istituzioniâ€. Se non passa giorno che non dica peste e corna delle procure, della Corte costituzionale, del lavoro parlamentare, come si fa a sostenere il contrario. Il tasso di credibilità , indubbiamente, risente di questa doppiezza
ESSESRE DONNA A CALTANISSETTA. "VOCI DI DONNA" PROFILI FEMMINILI IN MUSICA E PAROLE.
Oggi, martedì 8 marzo, alle ore 20,30 presso il Teatro Margherita di Caltanissetta, "Voci di donna" profili femminili in musica e parole. "Un itinerario che si spinge nel complesso mondo delle donne che non vogliono essere "uguali" agli uomini ma che chiedono la valorizzazione dello loro differente identità ." E' quanto afferma Michele Albano che insieme ad Ernesto Cerrito hanno ideato ed organizzato la serata con il patrocinio del Comune di Caltanissetta. "Vorremmo che ogni donna si riconoscesse in qualcuno dei modelli che presenteremo martedì - ribadisce Cerrito - figure femminili che si sono distinte a livello nazionale e locale". Una festa che vuole sottolineare quanto sia importate la differenza di genere e quanto indispensabile sia la presenza della donna nella nostra società . "L'ennesimo lavoro in sinergia - conclude Albano - realizzato grazie alla disponibilità delle amiche nissene che hanno voluto aderire per colorare la serata con le tante straordinarie esperienze differenti e con i molti talenti di cui ciascuna di loro è dotata." Infatti la lista delle partecipanti è alquanto nutrita, vantando presenze illustri nei vari campi in cui le donne operano. Accanto alle note attrici Elisa Di Dio e Valentina Ferrante si esibiranno le cantanti Dalia Di Prima, già finalista nella trasmissione "Io Canto", Donatella D'Anna, Mariangela Rizza, Wendy Pastorello, Valentina Gallo, Elisa Scalzo, Alessandra Ristuccia, Lia Chiarenza. Alle performances canore si alterneranno gli interventi della Scuola di Danza Tersicore, dei gruppi Dun Dum Bà e Balati 'nnu cori, della Scuola di Flamenco e del Frù Frù Ballet. L'accompagnamento musicale sarà curato dal maestro Eugenio Cardillo con la collaborazione del maestro Mario Ferrara e degli strumentisti Massimiliano Amico, Sandro Pittari, Fabrizio Angotti e Domenico Lunetta. Completano la lista degli ospiti la giornalista e critico teatrale Ivana Baiunco, la pittrice Giusy Cannizzaro, il sostituto procuratore del Tribunale per i Minori Simona Filoni, il comandante della Polizia Stradale Maria Grazia Milli, la poetessa e scrittrice Anna Mosca Pilato e la karateka Maria Russica campionessa mondiale di Kata. La direzione artistica è affidata ad Ernesto Cerrito e Michele Albano, quest'ultimo autore dei testi. L'organizzazione è a cura di Check Sound.
SE NON ORA QUANDO : UNA RIFLESSIONE DI PIA LOCATELLI
«In piazza abbiamo detto a Berlusconi che non siamo né vogliamo essere doni, “il più bel dono che il creato ci ha datoâ€; che vogliamo essere cittadine con pari diritti e doveri degli uomini; che è ora che questo governo se ne vada perché taglia dove dovrebbe investire: nella scuola, nelle università , nella ricerca; che deve finire lo spreco dei talenti delle donne che si diplomano e laureano più e meglio dei colleghi maschi ma poi meno di una su due ha un lavoro retribuito; che deve andare a casa la classe politica che organizza il family day e non si preoccupa di aprire asili e scuole per l’infanzia, e così una donna su quattro lascia il lavoro alla nascita dei figli; che non ci piace la selezione della classe politica fatta tra le lenzuola e invece vogliamo donne e uomini competenti al governo del Paese e delle nostre città . E’ ora di dare una spallata a tutto questo, è ora di non essere più timide, fiduciose, obbedienti, a volte ossequienti, in fila, in attesa del nostro turno che non verrà perché sarà sempre il turno degli uomini. Non vogliamo più essere Paese ultimo o quasi in Europa per presenza femminile nelle istituzioni e nel mercato del lavoro, per progressione nelle carriere, per tasso di natalità , per servizi alle famiglie, per investimenti nella ricerca, per crescita del Pil. Siamo stanche di essere noi donne ultime per colpa di altri, uomini. Vogliamo misurarci alla pari: se non ora quando?» – Pia Locatelli
150 DUE PESI E DUE MISURE LETTERA APERTA AL MINISTRO TREMONTIÂ
Egregio Ministro, molti Le riconoscono la fermezza che ha avuto nel gestire la finanza pubblica italiana evitando che lo Stato Italiano collassasse come accaduto in alcuni altri Paesi dell'Unione Europea. Gli italiani all'estero ne hanno pagato anche le conseguenze perché a forza di tagliare le risorse al Ministero deglì Affari Esteri, oggi abbiamo una rete diplomatico-consolare il cui degrado e' sotto gli occhi di tutti gli emigrati ma anche degli stessi turisti italiani che avessero bisogno di un supporto da parte di qualche Ufficio consolare. Ma gli iscritti all'AIRE, della Sua politica finanziaria di estremo rigore, ne hanno pagato anche ulteriormente le conseguenze per i tagli alle politiche a favore degli italiani all'estero che in questi ultimi anni vi sono stati da parte di questo governo in cui Lei svolge un ruolo di primissimo piano. Proprio perché consapevoli della situazione finanziaria dell'Italia, ci permetta di manifestarLe il nostro stupore, innanzitutto, nell'apprendere da una ricerca del sindacato UIL presentata nei giorni scorsi, che i costi della politica sono comunque aumentati del 40% in questi ultimi dieci anni. In secondo luogo per la notizia di oggi che il Ministro dell'Interno Maroni ha deciso irragionabilmente di non accorpare in un'unica tornata elettorale le prossime elezioni (parziali) amministrative (15 e 16 maggio) ai referendum che dovranno comunque tenersi in quello stesso periodo. Con il risultato che l'indizione separata dei referendum costerà allo Stato oltre 300 milioni di euro. Una decisione che, oltretutto, e' paradossale se pensiamo che, non molto tempo fa, autorevoli membri del governo italiano rifiutavano di finanziare adeguatamente il 150.o dell'Unita' d'Italia adducendo motivi di risparmio in considerazione delle difficolta' finanziarie dello Stato! Non crede, Ministro Tremonti, che la Sua politica di rigore finanziario sia fatta con due tesi e due misure a seconda degli interessi di parrocchia dei partiti della maggioranza di governo? Come puo' giustificare tutto questo davanti al popolo italiano, in generale, ed agli italiani all'estero indigenti, in particolare, ai quali, tra l’altro, e' stata tagliata l'assistenza sanitaria? (di Dino Nardi)
SACERDOTE ESPULSO DALLA CURIA DI CORDOBA ARGENTINA.
CORDOBA - El sacerdote José Nicolás Alessio, expulsado por la curia cordobesa tras haberse manifestado a favor del matrimonio homosexual, aseguró hoy que la Iglesia "tiene actitudes absolutamente autoritarias" y "patéticas", y consideró que la institución "no va a dejar que nadie opine de una manera diferente". Alessio, que afirmó que no apelará su separación, señaló que "la jerarquÃa de la Iglesia se cree tan dueña de la verdad que piensa que puede dogmatizar incluso sobre lo civil, lo que escapa la esfera de lo religioso". En declaraciones a radio Mitre, el religioso remarcó que fue sancionado a pesar de que "jamás" puso en duda de que, para la Iglesia, los católicos cristianos, el sacramento sea entre un varón y una mujer. "Lo que dije es que las personas homosexuales tienen derecho a casarse en el ámbito civil como cualquier ciudadano", recordó. Consideró que su remoción "es una actitud autoritaria" porque "el que piensa distinto, es castigado". "Lo grave es que esta Iglesia es la que predica a los polÃticos sobre la democracia, la necesidad del diálogo, y hacia adentro tiene actitudes absolutamente autoritarias", completó. El año pasado, Alessio, de 53 años, se manifestó a favor del matrimonio homosexual, lo que derivó en un juicio canónico sin precedentes en Córdoba, por su velocidad y la gravedad de su veredicto: el Tribunal Interdiocesano de Córdoba le prohibió ejercer el sacerdocio y le ordenó dejar la casa parroquial en la que vivió 27 años. Consultado sobre si apelará el fallo, contestó: "Se podrÃa apelar, pero no lo voy a hacer porque sinceramente no me interesa más que esta jerarquÃa, esta institución siga metiéndose en mi vida". "Ellos no me quieren adentro, perfecto, no hay problema. Yo voy a seguir luchando por lo que pienso y lo que soy en cualquier espacio de mi vida. Yo ya estaba trabajando como asesor en la legislatura, como parte del equipo de (el senador) Luis Juez. Seguiré trabajando allÃ", aseveró
FEDERALISMO:ARMAO A FITTO NO A RITARDI PEREQUAZIONE INFRASTRUTTURE
PALERMO - L'assessore per l'Economia, Gaetano Armao, ha scritto una lettera al Ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto. Nella nota, Armao evidenzia le conseguenze che potrebbero derivare alla Sicilia dall'accumularsi di ulteriori ritardi sul tema della mancata perequazione infrastrutturale. La questione nasce dalla stessa riscrittura del Titolo V della Costituzione, che all'art. 119 ha previsto che lo Stato destini risorse aggiuntive in favore di Comuni, Province, Citta' metropolitane e Regioni per consentire la rimozione di condizioni di squilibrio economico e sociale. Proprio da questa norma scaturisce l'art. 22 della L. 42 del 2009, quella sul federalismo, con il quale il legislatore ha incluso tra i cardini del federalismo fiscale la perequazione infrastrutturale. E', pertanto, particolarmente importante ed urgente per la Regione siciliana che si dia tempestiva attuazione a tale impegno. Tuttavia, mentre la Regione ha dato seguito alle iniziative necessarie, per definire l'attuazione della riforma federalista sul proprio territorio, a partire dalla Commissione paritetica Stato-Regione, deputata a tale scopo, non vi e' stato riscontro sull'avvio delle attivita' previste a carico del Governo nazionale. Il federalismo fiscale si fonda su due basi: la perequazione fiscale e la perequazione infrastrutturale. Il venir meno di una di queste rischia di generare un federalismo incapace di raggiungere gli obiettivi di solidarieta' e coesione territoriale posti a fondamento della stessa legge n. 42. A riprova di tale ritardo v'e' da tener in conto, inoltre, che ad oggi non si conoscono i tempi di pubblicazione del decreto previsto dallo stesso art. 22, adottato sin dal 26 novembre 2010, che serve per individuare in via preliminare i parametri necessari alla determinazione degli interventi perequativi. Nota: seguira' per mail il testo della lettera inviata da Armao al Ministro Raffaele Fitto. (fi)
COMUNICATO STAMPA IMMIGRAZIONEOGGI INTERVISTA PAOLA RANDI E SAMAN ANTHONY, REGISTA E PROTAGONISTA DEL FILM “INTO PARADISOâ€
Una brillante commedia che affronta in maniera arguta e divertente l’immigrazione e il multiculturalismo. Alfonso (Gianfelice Imparato) è un ricercatore universitario diventato improvvisamente precario a causa dei tagli alla ricerca che per sfuggire alla sua condizione decide di chiedere una raccomandazione ad un amico di infanzia, diventato politico. Ma, come si sa, un favore si paga con un altro favore e Alfonso, a sua insaputa, viene coinvolto in una vendetta tra camorristi. Riesce a fuggire nascondendosi nell’appartamento di Gayan (Saman Anthony), ex campione di cricket srilankese, arrivato in Italia alla ricerca di un sogno e finito a fare il badante. La convivenza forzata tra i due permetterà la nascita di una solidarietà umana che cambierà le loro vite. E’ la trama del film “Into Paradiso†in questi giorni nelle sale italiane, esordio al lungometraggio della regista Paola Randi, già presentato con grande successo alla 67ma Mostra del Cinema di Venezia. Una storia che si snoda in una Napoli multietnica dove il luogo di incontro tra i due protagonisti, chiamato “Il Paradiso†dalla comunità srilankese, è un mondo distaccato per tradizioni popolari ma vicino alla città per esuberanza di colori. Una storia che affronta con leggerezza e in maniera arguta i temi della diversità e della conciliazione tra mondi diversi. ImmigrazioneOggi ha parlato del film con la regista Paola Randi e con Saman Anthony, il protagonista srilankese che nella realtà ha vissuto le difficoltà del personaggio interpretato. Le interviste sono disponibili su www.immigrazioneoggi.it a partire dal 7 marzo 2011 (Red)