ODORE DI COLLUSIONE ALL’ASSEMBLEA DEL CAE, L’ENTE GESTORE DEI CORSI Lo scorso 23 marzo si è svolta l’assemblea del Comitato Assistenza Educativa (CAE in un clima di tensione provocato da una manifesta collusione tra alcuni insegnanti CAE e parte dei genitori, evidentemente male informati sul ruolo dell’Ente Gestore e sulle sue funzioni. Tra lo stupore degli addetti ai lavori,

che negli ultimi 12 anni vedevano solitamente partecipare all’assem-blea solo un ristretto numero di genitori interessati al ruolo del CAE, Ente Gestore dei corsi di lingua italiana, la sala della Missione Cattolica si è insolitamente riempita di una sessantina di genitori.

ATLANTE DELLE MIGRAZIONI: OLTRE 200 MILIONI DI MIGRANTI NEL MONDO. IL PARADOSSO DELL’ACCOGLIENZA E DEL RIFIUTO.

Per la prima volta in Italia, per Vallardi editore, la pubblicazione curata da Catherine Wihtol de Wenden. È stato presentato ieri, per Vallardi editore, l’Atlante mondiale delle migrazioni a cura di Catherine Wihtol de Wenden, uno dei maggiori esperti mondiali sul tema e consulente Unhcr e Ocse. Un’analisi completa e dettagliata, ricca di mappe e diagrammi. Per la prima volta in edizione italiana, il libro spiega come migrazione e sviluppo siano interdipendenti, ognuno causa ed effetto dell’altro, e come sia possibile una strategia che benefici il Paese d’origine, quello d’accoglienza e i migranti stessi. Con oltre 200 milioni di migranti, che, in un mondo di 7 miliardi circa di abitanti, rappresentano il 3% della popolazione mondiale, il fenomeno è diventato una delle maggiori questioni internazionali. I progressi della mondializzazione hanno migliorato i mezzi di trasporto, facilitato l’economia di passaggio, mostrato, attraverso i media, i modi di vita dei Paesi ricchi, incoraggiato i trasferimenti di fondi (300 miliardi di dollari nel 2007), aumentato la densità delle reti transnazionali economiche, culturali, matrimoniali, religiose. Secondo l’autrice alla base del fenomeno migratorio c’è un paradosso: la valorizzazione della mobilità da una parte e il suo rifiuto dall’altra. Le migrazioni irregolari, legate alla ricerca di una vita migliore, alla mancanza di speranza nel luogo dove si vive, a crisi politiche o ambientali e alla cautela con cui i Paesi d’accoglienza aprono le proprie frontiere, proseguono, lasciandosi alle spalle una scia di morti nei punti di passaggio più strategici, che spesso coincidono con le grandi linee di frattura del mondo. E mentre a livello planetario si tenta di mettere in atto un governo mondiale delle migrazioni, a livello europeo le nuove iniziative sono dettate dall’ansia di rafforzare il controllo delle frontiere e selezionare le élite e le professioni più ricercate. Ovunque nel mondo, quindi, la cittadinanza viene ridefinita dalle migrazioni, che impongono di accordare diritti tanto alle persone mobili quanto a quelle sedentarie. (Red.)

MILANO: I PICCOLI IMPRENDITORI STRANIERI DANNO LAVORO A OLTRE 7 MILA ITALIANI.

Sono 24 mila le ditte individuali guidate da immigrati, una su cinque di quelle iscritte alla Camera di commercio. Le piccole imprese (ditte individuali) con un titolare straniero a Milano sono oltre 24 mila (20,6% del totale) e danno lavoro a quasi 7.200 italiani su 36mila occupati. È quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, attraverso il Lab MiM, su dati Infocamere e relativi alla ditte individuali e alle imprese presenti a Milano al quarto trimestre 2011 con la maggioranza di controllo in mano non italiana (sono escluse le multinazionali iscritte come localizzazione italiana anche se di società straniere). Se si considerano tutte le imprese (comprese Srl e Spa con almeno la maggioranza di controllo in mano non italiana), il numero di quelle straniere arriva a quasi 32 mila, l’11,2% del totale milanese, e il numero di occupati arriva a quasi 89 mila, di cui almeno 18 mila italiani. La presenza di imprenditori stranieri a Milano, osserva in una nota la Camera di commercio, in alcuni settori è diventata maggioritaria. È il caso degli Internet point (455 imprese straniere su 486: il 93,6% del totale), del commercio ambulante di bigiotteria (88,2%), del commercio di tappeti (sia al dettaglio 69,8% che all’ingrosso 66,7%), ma anche della spedizione di materiale propagandistico (61,3%), della fabbricazione di tappeti e moquette (59,4%), dell’attività di sgombero di cantine-solai (56,3%) e delle attività edilizie non specializzate (muratori: 51% con oltre 3.200 imprese). Tra le piccole imprese emergono, tra gli altri, i servizi dei centri per il benessere fisico e massaggi (69,9% del totale), le attività di traduzione e interpretariato (65,3%) e l’attività di pulizia degli edifici (62,9%). Tra le sole imprese straniere, le donne imprenditrici rappresentano la maggioranza in particolare nei settori legati alla cura della persona e dei servizi più in generale: istituti di bellezza, servizi di asili nido, lavanderie industriali, erboristerie, parrucchieri. I piccoli imprenditori stranieri sono soprattutto egiziani (1 su 5), cinesi (15,9% del totale) e rumeni (8,9%). (Red.)

TESTIMONIANZE: IO SO CHE MUSSOLINI FU UN ASSASSINO -

«Mio padre: arrestato dalla milizia fascista all'inizio dell'anno 1944, prima incarcerato nel carcere delle Murate di Firenze e in seguito deportato nel lager nazista di Auschwitz-Birkenau, insieme alla madre e al padre, che sono i miei nonni, che non ho mai visto. Prima di lui lì l'avevano preceduto il fratello, Enzo Fiano, la cognata, Livia Di Porto e mio cugino Sergio Fiano, di 18 mesi. Mio padre fu arrestato dalla milizia fascista, incarcerato da italiani prima nel carcere delle Murate di Firenze, poi trasferito nel campo di concentramento di Fossoli, vicino a Carpi, e da lì trasferito, con un viaggio atroce, insieme ai miei nonni, nel campo Birkenau, dove dopo li raggiunse anche la mia bisnonna, portata via dal letto di inferma a 86 anni. Oggi, mio padre è uno, credo, dei dieci sopravvissuti ebrei italiani a quella deportazione, non tutta compiuta con la complicità dei fascisti. Ma di mio padre so. Io so che Benito Mussolini fu un assassino e non me lo dimenticherò mai». Emanuele Fiano (fonte: ADL Ermano)

CORSI E RICORSI.

La disoccupazione è un male acuto che erode la dignità dell'uomo ,opprime l'animo, rende difficile progettare il futuro. Possono cambiare le maggioranze come è avvenuto in Spagna, ma serve poco: nella nazione iberica come del resto in tutta l'UE l'esercito dei disoccupati conosce - dati alla mano - una progressione che non accenna a decelerare. La finanza avida e senza regole ha lasciato in eredità all'Europa una gran fame di lavoro che per la sua gravità evoca sia il crollo del 1929 sia lo spettro del 1937, l'anno in cui si misero in moto gli scarponi chiodati. Forse oggi ci sono più strumenti per non cadere nell'abisso; ciò nondimeno il peso dei corsi e ricorsi storici obbliga a guardare la realtà senza cullare soverchie illusioni. (fonte: ADL Ermano)

IL TOUR DELL'ASSOCIAZIONE TRINACRIA DI CHARLEROI SI TINGE DI BENEFICENZA CHARLEROI -

 Si terrà dal 1° al 12 maggio il "Grande tour 2012" organizzato dall'Associazione Siciliana "Trinacria" di Charleroi in Belgio. È prevista la partecipazione di un gruppo di 49 persone - belgi, francesi, spagnoli, abbruzzesi, pugliesi, calabresi, sardi e siciliani - tutti "alla scoperta dell’antico regno delle Due Sicilie". Il viaggio, che intende combinare storia, cultura e turismo, si arricchirà questa volta anche di una iniziativa di beneficenza, prevista il 6 maggio nella tappa di Scaletta Zanclea a Messina. L'associazione Trinacria, presieduta da Angelo Lavore, sarà "orgogliosa" di consegnare ufficialmente al sindaco Mario Briguglio l’intera somma ricavata dell’operazione Trinacria SOS Messina, la raccolta fondi da destinare alle popolazioni messinesi colpite dall’alluvione del 2009 conclusadi lo scorso 27 aprile. (aise)

25 APRILE/ CUMANI (COMITES MONACO): DI FRONTE ALLE DERIVE TORNA ATTUALE L’ESPERIENZA DELLA RESISTENZA

MONACO - Ricordando il messaggio di Piero Calamandrei al Teatro Lirico di Milano nel 1954 ("Grave errore sarebbe cercar di annettere la Resistenza a un partito o a una chiesa, farne un’espressione, per quanto alta e purissima, di una ideologia politica o confessionale. Lo spirito di sacrificio che ha portato migliaia di martiri a sfidare la tortura e la fucilazione e il capestro era la coscienza di un dovere civile da adempiere, la consapevolezza della necessità non più differibile di un rinnovamento totale della nostra vita nazionale"), il Presidente del Comites di Monaco di Baviera, Claudio Cumani, è intervenuto alla cerimonia per la Festa della Liberazione, tenutasi all'ex Campo di Concentramento di Dachau - colle del Leitenberg, ieri, domenica 29 aprile. Cumani ha presentato un’idea di Liberazione "come rinascita morale, etica, spirituale dell’Italia. Fenomeno che – ha detto - coinvolse partigiani, militari e popolazioni civili, ed arrivò fino nei campi di concentramento come quello in cui siamo: penso - tra gli altri - ai 600mila militari italiani internati in Germania che respinsero ogni lusinga rifiutando l'adesione al regime collaborazionista della Repubblica Sociale". "E qualche giorno fa – ha proseguito Cumani - il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha aggiunto che "la Festa della Liberazione è anche festa della riunificazione dell’Italia brutalmente divisa in due, dopo l’8 settembre del 1943, dall’occupazione tedesca"". "Festa dell’unità d’Italia, quindi", ha sintetizzato. "Unità la cui celebrazione non si è conclusa con la fine delle manifestazioni per il centocinquantesimo anniversario della proclamazione del Regno d’Italia, ma che si ripete ogni anno il 25 aprile ed il 2 giugno, le feste laiche che ci ricordano le nostre radici e ci spronano a ripensare il nostro futuro. Passato e futuro tanto più importanti in quanto viviamo in un presente difficile ed incerto, insidiato da crisi internazionali e da nodi dello sviluppo (o del mancato sviluppo) economico, politico, sociale e culturale italiano". "Un presente nel quale – secondo Cumani - si ascoltano voci che vorrebbero interrompere ed invertire il percorso dell’unità europea (nato proprio dal ricordo degli orrori della seconda guerra mondiale e dei totalitarismi che hanno colpito il nostro continente nel secolo scorso). O voci che rimettono in discussione l’esistenza stessa del nostro Paese, in nome di patrie locali inesistenti, o di superiorità - morali e politiche - regionali che fatti anche recenti hanno clamorosamente smentito, dimostrando che – pur nelle preziose differenze e specificità territoriali – tutti gli italiani (del Nord, del Centro e del Sud) possono dimostrare capacità e generosità di cui poter andare fieri, ma sofforno anche limiti e piaghe (la corruzione, il malaffare familistico o criminale) da cui doversi liberare al più presto". "È questo – sempre per Cumani - un presente nel quale la critica sacrosanta alle degenerazioni della politica e dei partiti rischia di diventare critica alla politica stessa, intesa nel suo senso più vero e nobile di confronto difficile - ma necessario - fra progetti diversi e mediazione fra interessi differenti, cioè arte del vivere insieme. Critica alla politica e chiusura nel proprio particolare, in nome del "tengo famiglia" e "mi faccio i fatti miei"". Ma, ha affermato il presidente del Comites di Monaco, "anche di fronte a queste derive torna attuale e significativa l’esperienza della Resistenza e di coloro che la vissero". Citando ancora Piero Calamandrei che già nel 1946 scriveva "Ognuno di noi può, colla sua oscura resistenza individuale, portare un contributo alla salvezza del mondo: oppure, colla sua sconfortata desistenza, esser complice di una ricaduta", Cumani ha concluso affermando: "Qui ed ora: ancora una volta, ognuno di noi può. Può agire, reagire, impegnarsi. Per noi stessi, ma soprattutto per l’avvenire dell’Italia e dell’Europa, dell’Italia nell’Europa, per l’avvenire del mondo, per l’avvenire dei nostri figli e dei nostri nipoti". (aise)