ALITALIA TAGLIA I VOLI DIRETTI DAL SUD PER IL NORD DEVIANDOLI SU ROMA  “Non si puo’ pensare di spezzare in due il Paese”. Lo ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco commentando “la decisione di Alitalia di tagliare i voli diretti dal Sud per il Nord deviandoli su Roma“. “La pessima situazione – ha detto Bianco – delle ferrovie nel Sud a causa di scelte che continuano a penalizzare il Meridione, rendono ancor piu’ grave la decisione dell’ex compagnia di bandiera. Lo sviluppo del Mezzogiorno passa anche dai collegamenti aerei e lo stesso premier Matteo Renzi ha recentemente ribadito che il rilancio dell’Italia passa dal rilancio del Sud”. “Tra l’altro – ha concluso Bianco – non si riesce davvero a comprendere quali vantaggi economici possano esserci nel rinunciare alle tratte sud nord più frequentate e produttive“. Il sindaco di Catania sottolinea di essersi già sentito con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio e con Piero Fassino, presidente dell’Anci e sindaco di Torino, “per fronteggiare la situazione”. (fonte: siciliainformazioni)
 
CRACOLICI NON ARRETRA D’UN PASSO: “MA LA SICILIA NON VA PIÙ AVANTI”
 
(giubi) “C’è disagio anche da parte di chi non parla, c’è tanta commedia che si recita anche nei silenzi: il disagio è dilagante. La solitudine di un presidente non favorisce la Sicilia, il problema è legato alla funzione che uno rappresenta”. Fredda la disamina di Antonello Cracolici: “Non c’è un dopo Crocetta ed un prima di Crocetta, la Sicilia ha fatto passi avanti a prescindere. Vedo un grande pericolo: molte quarte file del democristianesimo, la cultura politica dell’”annacamento”, pensano che il modo migliore è non affrontare le cose, il tatticismo nasconde l’assenza di una strategia. Si tira a campare”. Poi ancora: “Si abbia l’onestà di non produrre ulteriori danni. Il Crocetta bis è nato all’insegna di un accelerazione che Confindustria e Cisl chiedevano. Oggi siamo al disastro, lo tiene in vita Crocetta nell’incapacità di ammettere di avere fatto un grave errore, perché e molto presuntuoso”. Incontrando i giornalisti Antonello Cracolici fissa l’ennesimo paletto di distanza, o comunque, non accorcia i passi, nei confronti di Rosario Crocetta e del governo regionale. L’isolamento di Crocetta, circostanziato dall’ultima nota, in ordine temporale di Articolo 4, che non incoraggia Nelli Scilabra, assessore regionale alla formazione, ad andare avanti, anzi ne prende le distanze, è solo un passaggio ulteriore di raffreddamento di una crisi che ha non più camere di compensazione. M5s e Forza Italia presentarenno separatamente le mozioni di censura Verso la giovane assessore della giunta Crocetta e poi passeranno a quella di sfiducia verso il governatore. Lo sfilacciamento e la tardiva ricomposizone del quadro di maggioranza, potrebbe estenuare ancora di più la compagine del presidente. (fonte: siciliainformazioni)
NUOVA EMIGRAZIONE ANCHE COI CAPELLI GRIGI
 
A cinquant’anni, massimo sessanta, l’emigrato un tempo tornava al paese di origine. Tanto più se aveva fatto fortuna e messo un po’ di soldi messi da parte, riuscendo forse a comprare la casa dov’era nato e, magari, un pezzetto di terra attorno. La “roba”, simbolo di solidità e di sicurezza. Oggi, alla stessa età, spesso si compie il percorso inverso, per andarsene a vivere all’estero. Lo dimostra una ricerca del Centro studi Cna dedicata alle “Nuove emigrazioni”. Negli anni della crisi, tra il 2007 e il 2013, dall’Italia sono emigrate all’estero circa 620mila persone. Quasi il doppio rispetto ai sette anni precedenti. Solo nel 2013 hanno lasciato il Paese oltre 125mila adulti, suppergiù gli abitanti della Val d’Aosta o della città di Pescara. Nella stragrande maggioranza, oltre 80mila, erano italiani, gli altri erano immigrati che hanno abbandonato il nostro Paese in preda alla crisi. Il nuovo boom di espatri è trainato proprio dagli emigrati con i capelli grigi. Nel periodo 2007/13 l’incremento degli espatriati italiani con un’età tra i 40 e i 49 anni è stato pari al 79,2%. Nella fascia tra i 50 e i 64 anni la crescita ha toccato il 51,2%. I giovani che hanno deciso di emigrare, in percentuale, sono aumentati di meno: +44,4% quanti avevano tra i 15 e i 29 anni, +43% la fascia 30-39 anni. Certo, in termini assoluti continuano a essere i giovani, ovviamente, a emigrare in maniera più massiccia: nel 2013 il 36,3% del totale aveva tra i 30 e i 39 anni, il 27,8% tra i 15 e i 29 anni. Nel frattempo, è salita però al 21,9% la fascia 40-49 anni e al 14% quella tra i 50-64 anni. Ma chi è che emigra dopo il giro di boa dei quarant’anni? In mancanza di dati scientifici si può ipotizzare che siano fasce sociali colpite dalla crisi. Persone che la mancanza di occupazioni qualificate non permette di valorizzare. Probabilmente, anche imprenditori, che puntano a “vendere” la propria esperienza all’estero, in mercati emergenti e non riflessivi come quello italiano. (fonte: emigrazione filef)