Lercara Friddi, piccolo borgo in provincia di Palermo, una terra assolata e bellissima, nota per le miniere naturali di Zolfo e per il comparto enogastronomico che fa grande l’intera Sicilia. Da qui partirono, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, molti nostri cari connazionali. In mezzo ad essi ne ricordiamo un paio; Saverio Sinatra, padre del famoso cantante e attore Frank “The Voice” e un piccolo bambino di nome Salvatore Lucania.
Quest’ultimo, Salvatore detto “Charles”, nacque il 24 novembre del 1897, da padre Antonio Lucania e madre Rosalia Capporelli. Nel 1905 la famiglia si trasferisce negli Stati Uniti in cerca, come tutti gli altri emigranti, del sogno americano. Ad attenderli, nella foschia della baia Newyorkese, il saluto della Liberty Lady e la sosta inevitabile ad Ellis Island (L’isola delle lacrime). Per il giovane Salvatore, dopo un’estenuante traversata atlantica, oltretutto affetto da vaiolo, inizia una nuova e più gradevole esistenza nel nuovo mondo. Il padre tenta – invano - di indirizzare il fanciullo verso un’adolescenza all’insegna del rigore e della correttezza ma la legge della “strada” unitamente alle amicizie dei quartieri malfamati lo portano a seguire un percorso evidentemente a lui più consono. Che fosse nato per diventare il numero uno delle cosche italoamericane lo si evince dalla sua importante presenza nella cosiddetta guerra “castellammarese” che insanguina New York alla fine degli anni Trenta. Lucania Junior o meglio noto come Il “fortunato Luciano”, grazie ad un carisma unico e ad un innato senso del comando, prevale in assoluto su tutti. E’ lui, in pochi anni, a salire al vertice della Cupola, a divenire il vero padrino storico, il boss più astuto, costruttivo e innovativo della storia di “Cosa nostra”. Fa parte del famigerato gruppo dei giovani Turchi di Joe Masseria, insieme a Carlo Gambino, Vito Genovese ed Albert Anastasia. Nomi che hanno fatto tremare la East Coast degli States e comandato le principali “famiglie” d’oltreoceano. Lucky, alla morte del suo stesso capo, prende di diritto il potere della famiglia, ribattezzata la “Genovese”, da lui non solo fondata ma resa la più influente della storia. Rivoluziona drasticamente l’intero sistema di fare mafia, di gestire la criminalità organizzata; dall’antica e rurale “mano nera” di Vito Cascio Ferro fino alla moderna e globalizzata Cosa nostra che conosciamo oggi. Inventa prima di tutto la “commissione”, una sorta di G7 o G8 malavitoso, organo supremo di controllo e coordinamento tra le varie cosche e si innalza al grado di RE dei sindacati portuali, del traffico di droga (prima di allora tabù), della prostituzione, del gioco d’azzardo e del racket multimilionario. Le conferenze di l’Havana presso l’Hotel Nacional e di Palermo (Hotel delle Palme), segnano un punto di svolta per gli affari internazionali tra la Sicilia e il Nord America, volute, organizzate e interamente presiedute da Mr. Capo dei Capi Luciano.
Oltre a giocare la carta vincente della costituzione di un vero e proprio anello di congiunzione tra i Sindacati Italo americani, talvolta collusi, agli ambienti della società civili, si diletta anche a frequentare pubblicamente personaggi di spicco della politica, delle istituzioni e dell’alta società. Strumento essenziale per dimostrare il suo indiscusso potere mediatico. Emana l’ “ordinanza” di rispetto e la legge categorica di non violenza nei confronti di personaggi dello Stato, capendo che non è cosa salutare per l’organizzazione; prende con se gli amici del “circolo” Ebraico (Meyer Lansky e Bugsy Siegel) e collabora attivamente con le autorità governative per la stabilità in Europa e la liberazione dal Nazifascismo. E’ il servizio segreto di Washington, l’OSS, che chiede e implora il suo prezioso aiuto per lo sbarco in Sicilia nella campagna d’Italia in stretto collegamento con Don Calogero Vizzini. Un rinnovatore, il primo grande riformista storico della malavita di “Cosa Nostra”; l’uomo considerato la testa di ponte tra la vecchia criminalità patriarcale alla nuova struttura moderna e globalizzata che fattura miliardi di dollari. Dalle campagne agricole di Palermo fino alle lussureggianti Street di Las Vegas passando per i tanti “verdoni” sepolti a Manhattan. Capo storico della famiglia più potente d’America, dopo la sua morte datata il 26 gennaio 1962, viene succeduto prima da Frank Costello e poi, dal Boss Vito Genovese.
In una graduatoria stilata dal “TIME”, Lucky Luciano, verrà considerato tra i 20 uomini più influenti del Novecento! (Mirko Crocoli)