Giornata Mondiale del Rifugiato, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (foto accanto), in occasione dei 35 anni di attività della sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia, si è recato al centro di accoglienza San Saba dove il Centro Astalli ospita 30 uomini richiedenti asilo e rifugiati in convenzione con il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR). Il Presidente Mattarella, accompagnato dal Presidente del Centro Astalli P. Camillo Ripamonti, ha visitato alcuni locali di San Saba e si è intrattenuto con i rifugiati accolti. Ad attenderlo nello spazio esterno della struttura, circa 200 rifugiati assistiti nei diversi servizi del Centro Astalli che hanno preso parte all'evento. Nel corso dell'incontro, dopo il saluto di P. Camillo Ripamonti, il Presidente Mattarella ha ascoltato tre testimonianze di rifugiati provenienti da Afghanistan, Somalia e Burkina Faso: Sabiri Felix del Burkina Faso, Parvin Addullah dell'Afghanistan e Aweis Ahmed Mohamed, rifugiato somalo. E' quindi intervenuto il Capo dello Stato (discorso). In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato il Presidente della Repubblica ha inviato al Delegato dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per il Sud Europa, Stephane Jaquemet, un messaggio nel quale ha rivolto il suo: «grato saluto a quanti hanno voluto sottolineare la ricorrenza della Giornata Mondiale del Rifugiato, richiamando l'attenzione su un dramma dell'umanità che non conosce soste». «Questa significativa ricorrenza - ha sottolineato Mattarella - giunge in un momento particolarmente tormentato, caratterizzato da ingentissimi flussi di profughi e, con essi, di rifugiati. Parallelamente, si manifestano e crescono - in un quadro di non trascurabile conflittualità politica e sociale - timori istintivi e generici appelli alla difesa, alla chiusura, all'innalzamento di muri e barriere. Il tema che avete scelto per questa edizione, ovvero "con i rifugiati dalla parte di chi è costretto a fuggire" sollecita a richiamare i cittadini e la comunità internazionale a uno sforzo di comprensione e compenetrazione con le esigenze primarie di chi è in fuga, di chi chiede il nostro aiuto, di chi cerca rifugio, sottraendosi a catastrofi indicibili. Il drammatico flusso di bambini, donne e uomini forzati a viaggi guidati dalla disperazione richiede infatti un impegno consapevole, forte e determinato: impegno umanitario, per salvare la vita di chi fugge; impegno economico, per disporre di risorse adeguate ad affrontare l'emergenza; impegno politico, per attenuare le ragioni dei conflitti e del sottosviluppo e per governare un fenomeno epocale con intelligenza e lungimiranza. L'Italia ha ben presenti queste priorità, ed è da tempo impegnata in prima linea, determinata a continuare a fornire un contributo convinto e costruttivo, su molteplici fronti, richiedendo con forza un impegno autenticamente corale da parte della comunità internazionale, a partire dalla Unione Europea. Soltanto così, tramite un autentico "multilateralismo della comprensione", potremo vincere una sfida che chiama in causa il nostro progresso civile, il nostro definirci europei, la nostra aderenza ai principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite. In questo spirito, che so animare, ogni giorno, i vostri sforzi, rinnovo a tutti voi il mio più sincero ringraziamento e caloroso augurio».