analizza la popolazione scolastica con cittadinanza non italiana e in questa edizione si concentra soprattutto sulla distribuzione degli studenti stranieri nelle diverse regioni e su eventuali differenze nei processi di apprendimento. La fotografia fatta dal Miur mette in luce soprattutto due aspetti della nuova popolazione scolastica italiana: nelle classi ci sono sempre più studenti che non hanno la cittadinanza del nostro Paese, ma sono bambini e ragazzi nati in Italia e integrati nella nostra società. Lo si vede anche dai risultati scolastici, perché per quanto il numero dei respinti tra gli alunni stranieri resti alto, in generale i loro risultati scolastici si differenziano sempre meno da quelli degli italiani. La scuola, insomma, diventa davvero multiculturale, non soltanto per l’origine degli iscritti, ma anche per offerta formativa e strategie didattiche che si adattano ai nuovi studenti.
Uno sguardo di insieme. Gli iscritti stranieri fra il 2009/10 e il 2014/15 sono cresciuti del 20,9%, mentre gli italiani sono diminuiti del 2,7% (da 8.283.493 a 8.058.397 unità).
Nell’ultimo decennio sono cresciuti soprattutto gli alunni stranieri della scuola primaria (scuola dell’obbligo e di durata quinquennale). Nel 2014/15 sono 291.782 gli alunni stranieri iscritti alle scuole primarie (10,4% del totale), 187.357 gli studenti nella scuola secondaria di secondo grado (7% del totale), 167.068 gli allievi nelle secondarie di primo grado (9,6%) e infine 167.980 i bambini nelle scuole dell’infanzia (10,2%).
A fronte di questi dati, dal Ministero osservano che gli alunni italiani sono diminuiti in tutti gli ordini di scuola (tranne che nelle secondarie di secondo grado). L’unico ordine con una crescita nelle iscrizioni è la scuola secondaria di secondo grado, sia per quanto riguarda la presenza di italiani (+0,6%) sia di stranieri (+2,8%).
Da dove arrivano i “nuovi” italiani a scuola. I più numerosi sono gli alunni con cittadinanza romena, al primo posto in tutti gli ordini e gradi della scuola (157.153), seguiti da albanesi (108.331) e marocchini (101.584). Molti meno i cinesi (41.707) e filippini (26.132). Questi numeri confermano che nel nostro Paese la popolazione di stranieri è eterogenea, senza alcun gruppo dominante in termini di numeri e nelle prime quindici cittadinanze sono presenti tutti i continenti tranne l’Oceania. Nella scuola dell’infanzia spicca il numero di bambini provenienti dal Bangladesh (27,1%). Il Miur sottolinea poi che crescono gli iscritti Rom, Sinti e Caminanti, diventati 12.437 nel 2014/15, +780 rispetto all’anno precedente, numero in controtendenza rispetto alla progressiva diminuzione registrata negli ultimi anni e, si spera, indicativo dei tentativi di integrazione delle comunità nomadi.
Nati in Italia. La fotografia del Muir mostra anche una stabilizzazione degli stranieri, insieme a numeri che indicano i risultati dell’emergenza umanitaria. Il gruppo degli alunni con cittadinanza non italiana ma nati nel nostro Paese continua ad aumentare, è raddoppiato dal 2007/08 e corrisponde al 55,3% della popolazione scolastica complessiva.
La percentuale massima si trova nella scuola dell’infanzia: sono nati in Italia l’84,8% dei bambini figli di immigrati. Nelle secondarie di secondo grado gli studenti stranieri nati in Italia sono più che quadruplicati, passando da 8.111 nel 2007/08 a 34.788 nel 2014/15. Nei diversi ordini e gradi le incidenze percentuali dei nati in Italia sono superiori nei primi anni di corso: 76% di nati in Italia nel primo anno della primaria, 51,2% nel primo anno della secondaria di primo grado, 26% nel primo anno della secondaria di secondo grado.
La provincia di Milano è al primo posto con quasi 48mila nati in Italia, seguita da Roma (31mila), Torino e Brescia (oltre 20mila), Bergamo (quasi 16mila), Vicenza, Verona, Treviso e Firenze (oltre 12mila), Bologna (oltre 11mila), Padova e Modena (oltre 10mila).
Il dramma dei minori non accompagnati. In base agli ultimi dati disponibili del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (dicembre 2015) sono 11.921 i minori arrivati senza genitori nel nostro territorio, di cui solo 550 femmine. Sono di più nelle regioni maggiormente esposte al fenomeno degli arrivi via mare e nelle grandi città, su tutte primeggia la Sicilia (4.109), seguita da Calabria (1.126), Puglia (1.102), Lazio (934), Lombardia (931), Emilia Romagna (8.783), Toscana (521).
Sempre più inseriti. La scuola italiana si sta adeguando alla sua nuova composizione e sono confortanti i dati sulla diminuzione di alunni stranieri che hanno risultati scolastici insufficienti: dal 40,7% del 2010/11 si arriva al 34,4% nel 2014/15, anche se l’anno scorso il fenomeno rimane rilevante, poiché sono in ritardo quasi la metà dei 14enni, il 62,7% dei 15enni e i due terzi degli ultrasedicenni.
Tuttavia, quando si tratta di promossi e bocciati il divario tra italiani e stranieri resta elevato in tutti gli ordini di scuola, soprattutto nelle secondarie di secondo grado. Gli alunni ripetenti si trovano principalmente nei primi anni di corso e le quote maggiori di ripetenze si rilevano al Sud e nelle Isole sia per gli alunni stranieri sia per gli italiani in tutti i gradi di scuola, salvo che per gli alunni stranieri nelle secondarie di secondo grado, dove il Sud registra le percentuali inferiori di ripetenze.
La scelta del professionale. Il 24,5% degli studenti stranieri è iscritto a un liceo, il 36,9% a un istituto professionale e il 38,5% a un istituto tecnico. Se si considerano i principali comuni, a Reggio Emilia e a Bergamo oltre la metà di studenti stranieri è concentrata nei professionali. Questo dato, però, più che riflettere la provenienza geografica degli studenti è riconducibile alla stratificazione sociale. Così come i ragazzi italiani, gli stranieri che ritengono di dover trovare prima un’occupazione scelgono gli istituti tecnici e professionali invece dei licei.
Fra coloro che hanno ottenuto un diploma in Italia, 1.670 sono gli studenti comunitari e 3.970 sono i non comunitari, per un totale di 5.640 studenti. I numeri più elevati di studenti stranieri immatricolati si registrano in Lombardia, Lazio e Campania, mentre in termini di incidenza percentuale, i valori maggiori si registrano in Liguria, Marche e Umbria. Gli Atenei con il maggior numero di studenti stranieri immatricolati sono le Università degli Studi di Bologna, Firenze, Roma La Sapienza, Milano.
Fonte: la Repubblica