NUOVA STRATEGIA MIGRATORIA DELL’UE: LE OPINIONI DEGLI STATI MEMBRI IN PRIMA LINEA PRINCIPIO CARDINE delle politiche migratorie e d’asilo europee nella loro dimensione interna è “la solidarietà e l’equa ripartizione della responsabilità”,

così come previsto dall’art. 80 TFUE e così dovrebbe essere per il nuovo Patto europeo sulla migrazione e l’asilo. La prevenzione delle partenze, la tutela della vita umana, l’attuazione della politica di asilo, la promozione dei diritti fondamentali sono responsabilità dell’U.E. e dei suoi Stati membri nel loro insieme e non soltanto degli Stati membri frontalieri del Mediterraneo. Il criterio della responsabilità in capo allo Stato membro di primo ingresso del richiedente asilo deve, dunque, essere superato per garantire una politica migratoria e d’asilo effettiva ed improntata all’equa ripartizione degli oneri tra tutti gli Stati membri, in particolare a fronte di flussi migratori di massa o straordinari. Alla luce di tale principio, Cipro, Grecia, Italia, Malta e Spagna ritengono i seguenti punti irrinunciabili per una riforma del sistema che dia avvio ad una politica migratoria comune europea nuova e reale: ➢ Prevedere una specificità della gestione delle frontiere marittime. In questo ambito, l’ingresso nell’U.E. di coloro che sono sbarcati nel territorio di uno Stato membro a seguito di operazioni SAR non può essere considerato allo stesso modo di altri ingressi irregolari. Questi arrivi sono conseguenza dell’adempimento di un obbligo di diritto internazionale marittimo e non il risultato di inefficienze nei controlli alle frontiere. Nel caso in cui gli Stati membri frontalieri del Mediterraneo siano sottoposti ad una sproporzionata pressione migratoria, dovrebbe essere proposto un porto sicuro alternativo. ➢ Introdurre un meccanismo di ricollocazione a carattere obbligatorio che comporti la distribuzione fra tutti gli Stati membri di coloro che fanno ingresso nel territorio di uno Stato membro anche a seguito di operazioni SAR. ➢ I rimpatri devono essere garantiti attraverso un meccanismo europeo comune dei rimpatri (CERM) che faccia perno su una rafforzata cooperazione con i Paesi terzi nel settore dei rimpatri e delle riammissioni, integrando e rispettando i meccanismi bilaterali esistenti. ➢ Nel quadro della politica migratoria dell’UE e della gestione ordinata dei flussi, prevedere l’adozione di Linee guida per le attività di ricerca e 4 . 0 6 . 2 0 - V e r s i o n e f i n a l e 2 soccorso in mare condotte da imbarcazioni private secondo i principi sanciti dal diritto internazionale marittimo e le pertinenti convenzioni internazionali, tenendo a mente che questo è un fenomeno sostanzialmente nuovo e senza precedenti. ➢ Nel definire i principi del nuovo Regolamento di Dublino, riteniamo che vada superato il criterio della responsabilità del Paese di primo ingresso. Tale criterio è stato applicato in maniera sproporzionata nell’ambito della gerarchia dei criteri Dublino, sistema che è stato concepito in un diverso contesto di migrazione e asilo. Negli anni la sua applicazione non è riuscita ad assicurare una equa condivisione degli oneri tra gli Stati membri, concentrandoli soltanto in capo ad alcuni di essi. Questa è la ragione per cui, dal nostro punto di vista, esso dovrebbe essere sostituito da quello dell’equa condivisione delle responsabilità – e, quindi, degli oneri – tra gli Stati membri. ➢ In questa logica, riteniamo si debba prevedere quindi un meccanismo prevedibile di carattere obbligatorio ed automatico di attribuzione della responsabilità sulle richieste di asilo, fondato su una distribuzione pro quota per ogni Stato membro. Le quote di ciascuno Stato membro andranno definite attraverso un sistema centralizzato a livello europeo, che tenga conto di una molteplicità di parametri. ➢ Il futuro sistema di asilo deve essere basato sulla tutela dei diritti e di salvaguardia. Tuttavia, deve anche includere regole volte ad evitare l’abuso delle procedure. A tale riguardo, occorre inoltre sottolineare che non possono essere accolte procedure di frontiera obbligatorie. ➢ In un sistema di ricollocazione obbligatoria, riteniamo accettabili, a carico del Paese di primo ingresso, le sole procedure di pre-screening che garantiscano i necessari accertamenti sanitari e di sicurezza. ➢ Da ultimo, crediamo che questa dimensione interna debba essere integrata con quella esterna. Prevenire gli arrivi primari significa evitare i movimenti secondari. Le politiche europee in materia di migrazione e asilo saranno efficaci soltanto se saremo capaci di rafforzare la collaborazione con i Paesi terzi, in particolare con gli Stati confinanti del Nord Africa e del Medio Oriente, a tutti i livelli, al fine di realizzare rapporti di lunga durata ed equilibrat