ROMA - Proteggere i cittadini ucraini in fuga dalla guerra. È questo l’appello che la Coalizione Italiana per la Liberta e i Diritti Civili ha lanciato nei giorni scorsi rivolgendosi direttamente al Governo italiano e al suo primo ministro, Mario Draghi, affinché questi possa attivarsi, anche in sede europea.
La Coalizione comprende 43 organizzazioni della società civile italiana. Questo l’appello integrale: “L'invasione russa dell'Ucraina sta portando molte persone a fuggire dalle principali città prese d'assalto dall'attacco unilaterale russo. I movimenti, in molti casi, sono ancora all'interno dei confini del paese ma è facile prevedere come la crisi umanitaria che la guerra comporterà potrà avere conseguenze anche sulle migrazioni verso l'Unione Europea. I governi, che di comune accordo stanno prendendo posizione contro questo attacco, devono muoversi insieme anche nell'offrire accesso e sostegno a coloro che fuggono dal conflitto. Anche se i cittadini ucraini possono entrare nell'area Schengen senza visto, il loro status all'interno dell'UE non garantisce l'accesso al lavoro, alla sanità e ad altri servizi fondamentali per la loro protezione, durante quello che potrebbe essere un conflitto prolungato. Inoltre, i residenti non ucraini presenti nel paese, tra loro anche i difensori bielorussi dei diritti umani che sono fuggiti dalle repressioni del loro governo, non possono attraversare i confini dell'UE senza una documentazione che è attualmente difficile, se non impossibile, da ottenere all'interno dell'Ucraina. Su queste basi auspichiamo che il governo italiano si attivi, anche in sede UE, per: attivare la Temporary Protection Directive, una misura eccezionale per fornire protezione immediata e temporanea agli sfollati provenienti da paesi non UE e a coloro che non possono tornare nel loro paese d'origine. Il possibile esodo di massa potrebbe infatti mettere in difficoltà le normali pratiche di asilo, non permettendo di intervenire con la rapidità necessaria al fine di salvaguardare i diritti e la vita delle persone in fuga dal conflitto. Il Presidente del Consiglio italiano potrebbe, in ogni caso, emanare immediatamente un decreto che preveda misure di protezione temporanea in favore delle persone in fuga dal conflitto, ai sensi dell'art. 20 d.lgs. 286/98; garantire l'accesso all'Europa dei residenti non ucraini in Ucraina, che sono a maggior rischio a causa dell'attività militare russa e della possibile futura interferenza politica. Tra questi ci sono molti difensori dei diritti umani e attivisti dell'opposizione. A questi individui dovrebbe essere garantito un facile accesso al territorio e protezione; in linea con le linee guida dell'UE sui difensori dei diritti umani, fornire sostegno nell'accesso ai visti e ad altre forme di assistenza speciale ai difensori dei diritti umani e ai giornalisti in Ucraina che possono essere presi di mira per il loro lavoro, le loro convinzioni o il loro attivismo; garantire che, a fronte delle sanzioni che l'Europa sta varando in queste ore, si crei un sistema per cui i cittadini russi perseguitati dal governo (attivisti, giornalisti, difensori dei diritti umani, oppositori) possano continuare ad avere facile accesso ai visti per lasciare il proprio paese. Gli arresti a cui abbiamo assistito in queste ore nelle città russe ci fanno capire come anche all'interno del paese c'è una fascia di popolazione che va salvaguardata; garantire ai cittadini ucraini già residenti in Italia il rinnovo dei permessi di soggiorno, anche laddove gli stessi fossero scaduti. Garantendo al contempo un accesso rapido alle procedure di ricongiungimento familiare affinché le persone possano raggiungere i propri parenti in Italia attraverso viaggi sicuri; in ogni caso garantire l'accesso alla procedura di riconoscimento della protezione internazionale ed eliminare l'Ucraina dall'elenco dei Paesi d'origine sicuri. “L'operazione militare in Ucraina rappresenta una minaccia immediata per la vita e il benessere dei 7,5 milioni di bambini del paese. Nelle ultime ore ci sono stati importanti attacchi a Kiev che hanno suscitato grande paura e panico tra la popolazione, con famiglie davvero spaventate, che si spostano insieme ai loro bambini in metropolitane e rifugi. Questo è chiaramente un momento terribile per i bambini di tutto il paese”. Così Afshan Khan, Direttore regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia Centrale, che oggi ha tenuto una conferenza stampa al Palazzo delle Nazioni a Ginevra sulla situazione in Ucraina. L'Unicef, ha ricordato, che “ha lavorato negli ultimi 8 anni in Ucraina orientale per ampliare i programmi salvavita per i bambini. Questo include il trasporto di acqua potabile nelle aree colpite dal conflitto, il preposizionamento di forniture sanitarie, igieniche e per l'istruzione in emergenza il più vicino possibile alle comunità vicino alla linea di contatto, e la collaborazione con le municipalità per garantire un aiuto immediato ai bambini e alle famiglie in difficoltà”. “Abbiamo personale nel paese in più di 5 località”, ha spiegato Khan. “L'Unicef ha sostenuto team mobili per fornire supporto psicosociale ai bambini traumatizzati, e questo è aumentato ulteriormente a causa dell'insicurezza. Questi team di protezione dell'infanzia provvedono alla gestione dei casi - rispondono alle violenze, agli abusi, alla separazione dalla famiglia, alla violenza di genere, alla salute mentale e al sostegno psicosociale, e ai casi di disabilità”. “Ma chiaramente, negli ultimi giorni, i bisogni dei bambini e delle famiglie stanno aumentando di pari passo con il conflitto”, ha aggiunto. “Sono in corso evacuazioni nell'Oblast di Luhansk e sono iniziate a Donetsk. Le necessità sono ampie, e vanno dai prodotti per l'igiene alle coperte, ai fornelli a gas, ai kit di primo soccorso”. “L'Unicef - insieme al resto della famiglia delle Nazioni Unite - invita tutte le parti a proteggere tutti i bambini in ogni momento e a garantire che gli attori umanitari possano raggiungere in modo sicuro e rapido i bambini in difficoltà, ovunque essi si trovino”, l’appello di Khan. “L'Unicef chiede inoltre a tutte le parti di astenersi dall'attaccare le infrastrutture essenziali da cui dipendono i bambini, compresi i sistemi idrici e igienici, le strutture sanitarie e le scuole. Abbiamo già notizie di gravi penurie, insieme a un numero in rapida crescita di richieste di supporto psicologico e di cure per i bambini”. L’agenzia ha lanciato un appello di 66,4 milioni di dollari per “fornire l'accesso ai servizi di base, tra cui acqua e servizi igienici, vaccinazioni e assistenza sanitaria, istruzione e apprendimento, supporto psicosociale e assistenza di emergenza in denaro per 7,5 milioni di bambini in Ucraina. Lavoreremo con l'Unhcr e le altre agenzie delle Nazioni Unite nei prossimi giorni per un appello per i paesi circostanti e abbiamo attivato quelli che chiamiamo i 'Punti Blu’, che abbiamo già usato durante la crisi dei rifugiati e dei migranti in Europa durante il 2015-2016, fornendo servizi essenziali lungo il percorso dove famiglie e bambini sono stati evacuati nei paesi circostanti. Mentre ci affrettiamo a contare le vittime civili, anche tra i bambini, dobbiamo chiaramente affrontare il trauma dei vivi. Quindi – conclude – contiamo sugli sforzi congiunti di tutta la famiglia delle Nazioni Unite per sostenere questa risposta". (focus\ aise)