Milano, 07/12/2022 (II mandato) Rivolgo un saluto di grande cordialità alla Presidente della Commissione europea, al Presidente del Senato, alle altre autorità, alle autorità accademiche, a tutti i presenti. Un saluto particolarmente intenso alle studentesse e agli studenti della Bocconi.
Centoventi anni sono un arco di tempo ampio per la vita di una Università, pur se nel mosaico delle nostre Università ve ne sono alcune che sfiorano il millennio di storia. Questo arco di tempo ha permesso alla Bocconi di intercettare, di percorrere e di precorrere la modernità. Un sentimento che ha animato tutto il percorso di Milano, della Lombardia e dell’Italia, favorendone l’inserimento nel contesto europeo. Ancora oggi un percorso sinonimo di apertura e di innovazione. Questa Università reca il nome del suo fondatore, imprenditore pioniere della grande distribuzione commerciale nel nostro Paese. Non sono molto diffuse esperienze di Università che rendono onore ai loro fondatori addirittura con il nome dell’Ateneo. Oltre il mecenatismo, la figura di Ferdinando Bocconi propone, per qualche aspetto, un modello che superava altre esperienze. Si proponeva, cioè, di unire - con il contributo decisivo di Leopoldo Sabbatini - cultura industriale e cultura commerciale, avendo come elemento fondante la scienza economica nelle sue varie declinazioni. Molta strada è stata, naturalmente, percorsa dalla Bocconi da allora, con un’attenzione rigorosa alla salvaguardia dei valori di autonomia e di libertà. Sono valori antichi. Valori che avevano connotato la lontana stagione dei “clerici vagantes”; una sorta di generazione Erasmus ante litteram. Valori sempre attuali e preziosi che inducono a sottolineare il ruolo irrinunziabile delle istituzioni dotate di autonomia che arricchiscono la comunità nazionale. La Bocconi ha accompagnato, in stretta interazione sociale ed economica, la trasformazione della città di Milano, offrendo un accumulo di saperi e di sperimentazione dell’innovazione di grande valore, confermando come le Università sappiano essere fondamenta e motore di sviluppo. Su questa base si comprende bene l’importanza di quanto abbiamo ascoltato, stamane, dai relatori. Ne viene confermato quanto il modello sociale europeo - Presidente Von der Leyen - sia debitore al mondo delle Università e, per quanto oggi ci riguarda, anche alla Bocconi che ha saputo coniugare, in modo mirabile, formazione e innovazione; con una selezione e valorizzazione delle eccellenze, accompagnata dall’impegno per l’ampliamento e la diffusione della conoscenza. Di tutto questo siamo riconoscenti alla Bocconi e a chi - per oltre un quarto della vita dell’Ateneo - ne ha accompagnato e guidato i passi e i successi. Mario Monti ha rappresentato, e rappresenta, una storia esemplare di scienziato dell’economia; di educatore, come poc’anzi ha testimoniato la studentessa, con quelle belle parole; di statista italiano ed europeo; che ha segnato fortemente, in passaggi delicati, la vita del nostro Paese, del continente e della dimensione internazionale, come abbiamo ascoltato dalla Presidente von der Leyen, dal Presidente Trichet, dal Presidente Amato, dal direttore De Bortoli, dal Rettore, dal Professor Tabellini, dal nuovo Presidente, il Professor Sironi, cui rivolgo gli auguri migliori. Un impegno, quindi, quello del Professor Monti, che non verrà meno né presso la Bocconi né presso le istituzioni italiane ed europee. Del resto, il segno europeista del Presidente Monti ha contrassegnato tutta la sua lezione, da varie sedi. Vorrei dire, Direttore De Bortoli, da varie cattedre, che non sono soltanto quelle universitarie. La Repubblica gli è riconoscente. E si ritrova, nella decisione del mio predecessore – il Presidente Napolitano – di nominarlo Senatore a vita. Auguri Professore! (FONTE: sito istituzionale)