Dal suo insediamento, questo governo si è sempre preoccupato di gridare ai quattro venti che è estraneo al fascismo che appartiene ad un’epoca storica diversa. Addirittura si sono appiattiti sul rapporto con gli USA, con l’UE, con la NATO e CON l’ONU, per dire che sono profondamente immersi nel mondo occidentale. Ogni giorno ci sommergono di trionfi di comunicazione di successi di un premier che gira il mondo,
visita un paese estero il tempo di farsi una bella fotografia e poi rientra annunciando trionfali successi. La formula ormai è unica in bocca di tutti: “il governo si muove nell’interesse delle imprese e delle famiglie.” Ormai lo ripetono tutti come da tempo è in viene annunciato il famoso metodo Mattei per l’Africa. I sintomi che invece affiorano sempre con più insistenza in Italia somigliano molto al metodo Benito di infausta memoria. Ma vediamo questi simboli: 1) La soluzione ottimale trovata per affrontare il problema dell’immigrazione, dopo le ripetute pressioni verso l’Europa, dove ha sempre proclamato di avere avuto riscontri positivi, oggi viene affrontata con la previsione di CPR (centri di detenzione) ubicati in Albania. A gestire con spese a carico dell’Italia, impiegati italiani: Intanto l’Albania governata dal socialista Edi Rama, riceverà 16,5 milioni di euro per realizzare le due strutture presso il porto di Shengjin e nel villaggio di Gjader, entro 90 giorni dall’entrata in vigore dell’accordo. 2) A riscuotere i complimenti per la soluzione si precipita subito il cancelliere tedesco Olaf Schulz come se rinascesse l’antico asse Roma – Berlino. 3) Il premier Meloni ha presentato il disegno di legge costituzionale che vorrebbe traghettare l’Italia verso il premierato. E’ la storia che si ripete, anche Benito Amilcare Andrea Mussolini fu ininterrottamente premier dal 31.11.22 al 25.07.43 su nomina del re Vittorio Emanuele III: Oggi la Meloni con la modifica chiede l’elezione diretta del premier con una serie di poteri annessi che indeboliscono il ruolo del Presidente della repubblica e che intanto elimina la nomina da parte del Presidente di senatori a vita che tanto fastidio hanno dato alla destra per il loro diritto di voto. 4) Il ruolo più radicale ed arrogante se lo ritaglia Salvini, che muove un attacco frontale al diritto di sciopero previsto e tutelato dalla Costituzione Italiana. Un attacco ben pensato difeso dalla destra nel suo complesso, che mira prima di tutto a dividere il popolo italiano tra lavoratori ed utilizzatori dei trasporti pubblici, cercando di instillare in questi ultimi rancore ed odio verso chi li priverebbe dei mezzi di trasporto. Una politica così divisiva non si era mai vista nemmeno nei periodi più caldi della politica italiana. Ma Salvini non si accontenta di quanto fatto, il suo vero obbiettivo è il sindacato ed ai sindacati muove un attacco becero e frontale, accusandoli di non avere un bilancio pubblico e cercando di screditarlo agli occhi delle lavoratrici e dei lavoratori. Tutto ciò per procurarsi un nuovo giocattolo, considerato che gli è stato sfilato il suo giocattolo preferito che ha fatto le sue fortune politiche: la guerra agli immigrati, ormai in toto nelle mani della Meloni e di FdI. 5) A confondere ancora di più ciò che è già abbastanza confuso ci pensa il ministro Lollobrigida, che dopo avere messo sull’avviso da una probabile sostituzione etnica, in un confuso soliloquio cerca di spiegare quanto siano pericolosi i comunisti confondendo ancora di più, se possibile, le sue idee già confuse di suo. È dall’epoca berlusconiana che torna in voga l’attacco ad una figura politica che ormai da tempo non esiste più: il comunista italiano, liquefattosi all’interno di un centro sinistra che stenta a trovare la via maestra. 6) Sesto ed ultimo, ad indebolire il movimento sindacale contribuisce la CISL che non condivide lo sciopero e non partecipa alle lotte in corso per contrastare la politica del governo. Governo che con una mano finge di dare e con l’altra piglia peggiorando servizi basilari come la sanità, la scuola, la lotta alla povertà. Il tutto, paradosso dei paradossi, citando sempre alla fine di ogni comparsa in televisione ed in pubblico che il governo è impegnato per aiutare famiglie ed imprese, quelle imprese che per bocca del presidente di Confindustria Bonomi si lamentano perché nella finanziaria non c’è traccia di attenzione all’apparato industriale del Paese. Salvatore Augello 15 novembre 2023