L’esame della nuova legge prosegue al Senato. È urgente fermare l’emendamento che impedirebbe il diritto di cronaca. Petizione a Mattarella: non firmi il testo

Roberta Lisi 1 febbraio 2024 libertà di informazioneno bavaglio Poco prima di Natale, mentre il Parlamento era alle prese con la legge di Bilancio, Enrico Costa, deputato di Azione,

ha presentato un emendamento alla legge di delegazione europea che mette il bavaglio alla libertà di informare e riduce il diritto ad essere informati, violando così interamente l’art. 21 della Costituzione. La Camera dei deputati ha dato il via libera al testo non solo con il voto favorevole della maggioranza di governo, ma anche con quelli di Azione e di Italia Viva dell’opposizione. Ora il provvedimento è al vaglio del Senato.

COSA DICE L’EMENDAMENTO

Se la proposta di Costa diventasse legge, sarebbe vietato pubblicare “integralmente o per estratti” quanto contenuto nelle ordinanze di custodia cautelare fino a conclusione delle indagini o dell’indagine preliminare. In sostanza si impedisce il diritto di cronaca di giornalisti e giornaliste, si viola il diritto a essere informati di cittadini e cittadine e in qualche modo si violano i diritti degli indagati, perché i “si dice” sono cose assai diverse dalla trasparenza,

CONTRARI NON SOLO I GIORNALISTI

Sono i magistrati a sostenere che quella in attesa nella Commissione di Palazzo Madama è una norma niente affatto a garanzia degli indagati. Sostiene ad esempio Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica a Perugia e in passato magistrato anticamorra: “Quando leggo che il divieto di pubblicazione dell’ordinanza rafforzerebbe la presunzione di innocenza dell’arrestato, non capisco il collegamento. La presunzione di innocenza è fornire una informazione corretta per evitare che si formino pregiudizi. Quindi è il contrario. Una informazione incompleta potrebbe produrre danni all’indagato impedendo di riferire elementi utili alla sua difesa, al contesto in cui ha agito. La completezza dell’informazione è la migliore garanzia per tutti: per l’opinione pubblica, per l’indagato, per le parti offese”.

LA PETIZIONE

È stata promossa e lanciata dalla Rete No Bavaglio a sostegno della mobilitazione lanciata da Fnsi, Usigrai e Ordine nazionale dei giornalisti. L’obiettivo è netto: si chiede che il Parlamento non approvi il testo dell’emendamento Costa, e al presidente Mattarella di non firmare la norma se malauguratamente fosse varata. L’appello è rivolto al “mondo dell’informazione, della cultura, della società civile, ai sindacati, alle reti sociali, a tutti i cittadini che hanno a cuore la libertà di informazione e il diritto a essere informati”. Marino Bisso, mente, braccia e cuore della Rete No Bavaglio, si definisce “un operaio del giornalismo innamorato della libertà”, e racconta: “Abbiamo lanciato la petizione con le nostre sole forze, nei primi giorni erano circa 200 le persone che firmavano, nella sola giornata di oggi ne abbiamo raccolte oltre 6.000. Penso che si stia capendo che quell’emendamento non riguarda solo i giornalisti, gli effetti che quella norma produrrebbe riguarderebbe tutti e tutte”. Firmare è facile, basta cliccare qui. FONTE: Collettiva A chi è utile il bavaglio?