I PROVERBI: - La doti ammuccia li difetta di la zita ( è la dote che nasconde alla vista tutti i difetti della fidanzata) - ‘mmiriachi e picciliddi Diu l’aiuta (ubriachi e bambini Dio li aiuta)

- Monaci a perrini, viditi la missa e stocaci li rini (monaci e preti, assisti alla messa e spezzaci le reni)

- Cu si fa amicu di li sbirri, c’iappizza lu vinu e li sicarri (chi si fa amico degli sbirri, ci perde il vino ed i sigari)

IL PERSONAGGIO:

LA LAVANNARA: c’è stato un periodo in cui non esistevano lavatrici, detersivi in bottiglia o in sacco, ma esisteva “la pila”, attrezzo in legno con un fondo sempre in legno di misura inferiore alla parte superiore, aperta, dove veniva posizionata una tavola scanala (valata) che serviva per strofinare gli indumenti. Unici detersivi allora, erano il sapone fatto in casa o anche comprato in merceria, una lesciva fatta con le bucce verdi di mandorle essiccate e bruciate a fuoco lento. Oppure esisteva il lavatorio che poteva essere pubblico, se ne trovano di belli in giro per la Sicilia e l’Italia; vedi ad esempio a Cefalù o a Piazza Armerina. Oppure ancora, si utilizzavano corsi d’acqua dove le donne, , anche quelle che lo facevano per mestiere (la lavannara), si recavano a pulire i panni. Lavannara era una donna di servizio addetta alla pulitura dei panni, che lo poteva fare per le famiglie di un certo livello dove veniva tenuta in maniera fissa oppure per altre famiglie in maniera occasionale. Da questo lavoro, la lavannara traeva i suoi magri guadagni che servivano ad aiutare il bilancio familiare.