ROMA - È iniziato anche alla Camera l’esame del decreto legislativo sulle scuole italiane all’estero. Come in Senato, anche a Montecitorio il testo è stato assegnato alle Commissioni riunite Esteri e Cultura. Relatrici le deputate Blazina e Garavini, entrambe del Pd, l’una per la Commissione Cultura, l’altra per la Commissione Esteri. Presente alla seduta il sottosegretario Della Vedova. Blazina ha esordito sottolineando che le scuole italiane all'estero “rappresentano un insostituibile veicolo per la promozione della lingua e della cultura all'estero, in un'ottica più ampia della diffusione del Made in Italy nel mondo”. Citati i numeri di tale presenza nel mondo - 8 istituti statali onnicomprensivi, 43 italiane paritarie – 7 sezioni italiane presso scuole europee, 77 sezioni italiane presso scuole straniere, bilingui o internazionali – a cui si devono aggiungere “i corsi di lingua e cultura italiana rivolti ai connazionali residenti all'estero”, Blazina ha sottolineato la “necessità di rivedere e riformare l'attuale normativa in materia di istituzioni e iniziative scolastiche italiane all'estero per adeguarle alle importanti novità introdotte nel nostro ordinamento scolastico, come anche ai profondi mutamenti delle condizioni culturali, sociali ed economiche nei singoli Paesi”. L'attuale sistema, per la senatrice, “appare inoltre inadeguato perché ancora troppo legato al concetto dell'assistenza scolastica agli emigrati e ai loro familiari”, quando invece “il bisogno di conoscere la lingua italiana non appartiene ai soli italiani o ai loro discendenti, ma intercetta nuovi soggetti, specialmente economici e commerciali”. Tra gli aspetti che “andrebbero rivisti” la senatrice annovera “la frammentarietà dell'azione di promozione della lingua e della cultura italiana all'estero per mancanza di coordinamento tra i vari soggetti coinvolti” e, per quanto riguarda il MIUR, “la qualità dell'offerta formativa, le modalità di selezione e formazione del personale docente, l'inesistenza allo stato attuale di un sistema di valutazione, come anche della pubblicità e trasparenza”. Con il presente decreto “viene data una risposta parziale, e in alcuni punti ancora troppo vaga: si affrontano infatti solo taluni aspetti, senza una rivisitazione globale del settore, che rimane normato con numerosi provvedimenti. Questo – ha commentato Blazina – crea una certa confusione e, nel tempo, ha portato a diversi contenziosi, soprattutto rispetto al trattamento del personale all'estero”. La deputata ha quindi sintetizzato l’articolato (39 articoli, suddivisi in sei capi). Relatrice per la Commissione Esteri, Laura Garavini ha ricordato che il decreto “ha tra i suoi maggiori obiettivi quello di attualizzare e adeguare il sistema formativo all'estero. Esso costituisce un'articolata opera di riorganizzazione e modernizzazione della normativa – sedimentatasi nel corso dei decenni – e punta all'inserimento dell'italiano nei percorsi scolastici locali, il tutto in un'ottica di promozione complessiva del Sistema Paese, di stimolo ai settori produttivi e alla nostra competitività, in linea tra l'altro con il recente provvedimento di riforma della Farnesina, con il quale la competenza sulle scuole all'estero è passata dalla Direzione generale per gli italiani nel mondo alla Direzione Generale per il Sistema Paese, responsabile di tutti gli strumenti di promozione culturale”. Garavini ha quindi auspicato “che sia definita una sede specifica per audire sollecitamente l'attuale Direttore Generale, competente in materia, l'Ambasciatore De Luca, come pure di rappresentanti del CGIE in quanto istituzione idonea a rappresentare al meglio le istanze inerenti la diffusione della lingua e cultura italiana all'estero”. La rete delle istituzioni scolastiche e formative nel mondo “costituisce una risorsa, sia per la promozione della lingua e cultura italiana, che per il mantenimento dell'identità culturale dei connazionali e dei cittadini di origine italiana. Presente in modo molto capillare e variegato, - ha ricordato ancora Garavini – il sistema di promozione della lingua e cultura italiana nel mondo rappresenta uno strumento di diffusione d'idee, progetti, iniziative, in raccordo con le nostre rappresentanze diplomatiche e consolari, ed in attuazione delle priorità della politica estera del nostro Paese. Le scuole italiane, infine, sono spesso un punto di riferimento nei Paesi in cui operano, potendo produrre per l'Italia ritorni di lunga durata in tutti i settori: culturale, politico ed economico”. Oltre al numero delle scuole, Garavini ha ricordato che “nell'anno scolastico 2015-2016 è stato previsto un contingente di docenti all’estero di 211 posti nelle 8 scuole statali, 28 unità in quelle paritarie, 81 unità nelle sezioni italiane presso scuole straniere, bilingui o internazionali, 34 posti di dirigente scolastico presso le Ambasciate e i Consolati. A tale rete si affiancano i corsi di lingua e cultura italiana per gli italiani all'estero ed i loro discendenti, con 161 unità di personale, e 109 lettorati d'italiano presso le università straniere. Nel contingente delle scuole europee – oggetto da ultimo, come si ricorderà, di un intervento introdotto dal decreto-legge n?243 del 2016 – figurano, inoltre, 110 unità. Circa 30.000 alunni frequentano queste scuole: la presenza di studenti stranieri è molto elevata”. Accennato ai fondi destinati al settore, e sottolineato in particolare che “la legge di stabilità 2016 ha disposto un contributo di un milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018 a favore delle scuole italiane non statali, paritarie all'estero”, Garavini ha anche ricordato “la riduzione di due milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018 della spesa relativa al trattamento economico del personale supplente delle istituzioni scolastiche all'estero”. La parlamentare si è quindi soffermata sull'Analisi tecnico-normativa (ATN) che accompagna il provvedimento che “definisce gli obiettivi generali nell'aggiornamento degli ordinamenti, così da rispondere in maniera flessibile alla realtà socio-economica di ciascuno dei Paesi esteri in cui si opera; come anche nel rafforzamento della promozione della cultura italiana all'estero in coordinamento con le iniziative dell'intero sistema Paese e nella razionalizzazione delle norme sul personale all'estero”. Quanto all'Analisi di impatto della regolamentazione (AIR) essa, ha illustrato Garavini, “ha rilevato gli effetti degli attuali ordinamenti rispetto alle diverse esigenze dei vari contesti socioeconomici e culturali nei singoli Paesi; in particolare, cito i recenti casi di contenziosi verificatisi in alcuni Paesi a seguito delle attuali norme sul personale all'estero – ad esempio il caso della Spagna, ove i tribunali locali applicano norme nazionali derivanti da fonte europea, ritenuta vincolante anche per l'Italia. L'Analisi di impatto della regolamentazione ribadisce la necessità di contratti a legislazione locale a tempo indeterminato, magari parziali”. Viene poi individuata “la necessità di tenere conto dell'evoluzione socioeconomica degli ultimi decenni e del processo culturale intervenuto nell'esperienza storica dell'emigrazione degli italiani” e “l'esigenza di introdurre, da un lato, un sistema di valutazione e, dall'altro, una maggiore pubblicità e trasparenza delle iniziative di promozione della lingua e della cultura italiana all'estero”. “Sempre sulla scorta dell'Analisi tecnico-normativa, - ha aggiunto Garavini – si prevede l'adozione di atti amministrativi successivi: in particolare, potranno essere istituite, trasformate o soppresse scuole all'estero amministrate dallo Stato; potranno essere stabiliti modalità e criteri del sistema di valutazione e di autovalutazione o di valutazione esterna; potranno fissarsi coefficienti per le maggiorazioni relative alle singole sedi all'estero, spettanti al personale ivi inviato; saranno individuati i requisiti fondamentali culturali e professionali dei dirigenti scolastici, dei docenti e del personale amministrativo della scuola da inviare all'estero, assieme alle modalità della formazione propedeutica; saranno individuate le modalità per la selezione del personale locale delle scuole all'estero amministrate dallo Stato”. Quanto all’articolato, Garavini ha infine passato in rassegna le norme di compentenza della Farnesina. A chiusura di seduta il presidente Bruno Molea ha ricordato ai colleghi che nell'Ufficio di presidenza della Commissione cultura riunitosi mercoledì, è stata data comunicazione della decisione della Commissione esteri di tenere audizioni su queste tematiche mercoledì prossimo 1 febbraio, alle 14. (aise)