Donne e cittadine italiane: ¿contrasta con il principio della paritá dei sessi e della uguaglianza giuridica e morale dei coniugi?. Abbiamo intrapreso un dialogo con Il Senatore e di nuovo candidato per La ripartizione America Meridionale, Fabio Porta, su alcuni temi di interesse generale legati soprattutto alla cittadinanza italiana
Il Senatore Fabio Porta capo lista alla alla Camera per il PD e l'Avv. Claudia Candiani
ed in linea con quanto abbiamo sostenuto nelle edizioni passate di un approfondimento della “cittadinanza italiana con senso”. E questo messo in relazione con le ter fondamentali componenti che sempre sosteniamo: dell’ appartenenza come status e come identità, dei diritti e di correlativi doveri e della stessa partecipazione. Riportiamo le parti essenziali della conversazione.
1.-C.C.- ¿Tra vent'anni 6,8 milioni di lavoratori in meno, 3,8 milioni di pensionati in più: ¿Si può capire Che l'Italia è in recessione demografica?.
F.P.- L’Italia di oggi è un Paese colpito da una fortissima recessione demografica; per essere chiari e brutali: tra una trentina di anni gli italiani rischiano di essere un popolo in via di estinzione. Non si tratta solo di un problema demografico, ma anche economico; ad una popolazione sempre più vecchia corrisponde un’economia sempre meno dinamica e sempre più debole. Faccio questa premessa per sostenere una mia profonda convinzione secondo la quale la grande comunità degli italo- discendenti nel mondo al pari di quella degli stranieri in Italia costituiscono forse una delle soluzioni, se non l’unica a breve e medio termine, per invertire questa tendenza recessiva.
2.-C.C.-¿Cosa si può fare in questo senso e perché a coloro che richiedono la cittadinanza per matrimonio gli si esige una conoscenza basica della lingua, ma non così a coloro la richiedono nella modalità ius sanguinis?
F.P.- Ovviamente, e non sfuggo alla sua domanda, per valorizzare questo potenzia- le umano non è sufficiente riconoscere un diritto e fornire un passaporto; affinché la cittadinanza sia un valore ed una ricchezza per la nostra società deve essere “riempita” di contenuti, di sostanza. La lingua e la cultura italiana, anzitutto, ma anche la conoscenza della storia e della nostra Costituzione devono essere parti integranti di questo diritto, per fare in modo che anche la partecipazione politica e democratica, da noi prevista grazie ad un articolato sistema di rappresentanza che coinvolge direttamente gli italiani all’estero, possa essere vissuta in maniera cosciente e completa.
3.-C.C.- Sapiamo, che i figli di cittadina italiana, nati prima del primo gennaio 1948, e di tutti i suoi discendenti potranno ottenere il ricono- scimento della cittadinanza italiana, soltanto ed esclusivamente per via giudiziaria in un tribunale civile ordinario in Italia (sezione diritti delle persone ed immigrazione). Mentre che per i figli di cittadino italiano, e di tutti i suoi discendenti potranno ottenere il riconoscimento della cittadi- nanza italiana dovranno rivolgersi alla Autorità amministrativa. ¿Come si potrà mettere termine a questo importante fenomeno discriminatorio che ha caratterizzato e che ancora oggi caratterizza la disciplina italiana in materia di cittadinanza?
F.P.- Si tratta di una evidente discriminazione, in palese contrasto con i nostri princìpi costituzionali, Tant’è che oggi questo diritto viene garantito a tutti con una semplice ma costosa azione giudiziaria. Da diversi anni stiamo provando in Parlamento a introdurre questa modifica, che consentirebbe la trasmissione della cittadinanza ai figli di madre italiana nati prima del 1948, nella nostra normativa sulla cittadinanza.
4.-C.C.- In materia di cittadinanza, abbiamo saputo della proposta legi- slativa “ ius scholae”: ¿ Ci puoi spiegare di cosa si tratta?
F.P.- Qualche mese fa avevamo provato a inserire questa modifica all’interno della legge che prevedeva l’inserimento dello ‘ius scholae’ (ossia la cittadinanza ai bambini stranieri in Italia al completamento di un ciclo di studi) nella nostra legislazione. Purtroppo la crisi di governo ha interrotto il percorso di questa legge e spero che all’inizio della prossima legislatura sia possibile intervenire in tal senso.
5.-C.C.- Con l’aumento delle richieste di riconoscimento della cittadi- nanza italiana, vediamo che numerosi uffici di anagrafe, stato civile consolati che si trovano in estrema difficoltà ed al limite del collasso per la mole di richieste. ¿Sarà neccessario rivedere la normativa per essere semplificata e di metterla in condizione di affrontare le richieste degli interessati ed attivare le procedure corrette?
F.P. Non si tratta di rivedere la normativa, semmai di utilizzare la digitalizzazione nel trattamento di queste domande e soprattutto di investire in maniera oculata e intelligente su Consolati e Comuni. Sono l’autore della legge che ha istituito il “fondo per la cittadinanza”, che prevede il trasferimento ai consolati del trenta per cento dei contributi derivanti dalle domande di cittadinanza: queste ingenti risorse, solo in Sudamerica stiamo parlando di cinque o sette milioni di euro l’anno devono essere destinate al miglioramento dei servizi consolari e alla eliminazione delle lunghe attese. Uno strumento simile si può prevedere per dare anche ai piccoli comuni risorse aggiuntive che permettano loro di affrontare con maggiore efficienza questa domanda. Quindi nessun “collasso”, al contrario è proprio grazie a queste risorse se i consolati del Sudamerica oggi sono in grado di rispondere alla crescente richiesta di riconoscimento di cittadinanze, e dovremmo eventualmente pensare a rafforzare il “fondo per la cittadinanza”.
6.-C.C.- Ad oggi la cittadinanza italiana si basa sul principio dello 'Ius sanguinis' in base al quale il figlio nato da padre italiano o da madre italiana puo essere riconosciuto italiano.Conosciamo la proposta di ius solis, legge di Boldrini, il testo mira a modificare l'attuale normativa in materia di cittadinanza italiana aggiungendo la possibilità di acquisirla per "chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno è regolarmente soggiornante in Italia da almeno un anno, al momento della nascita del figlio" e "chi è nato nel territorio della Repub- blica da genitori stranieri di cui almeno uno è nato in Italia". ¿Secondo te queste modifiche incideranno nel riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis?
F.P. Le proposte presentate in Parlamento, che a causa della crisi di governo si sono arenate, riguardavano essenzialmente l’introduzione del cosiddetto ‘ius scholae’: è una norma che non interferisce né modifica lo ‘ius sanguinis’ ma sem- plicemente riconosce la cittadinanza italiana ai ragazzi che frequentano le scuole italiane e che sono figli di residenti regolarmente nel nostro Paese. Una norma di civiltà, che interviene per sanare una evidente discriminazione tra bambini che frequentano le stesse scuole e che dovrebbero avere gli stessi diritti E’ anche per questo che da anni insisto per l’approvazione della legge che introduce nelle scuole italiane l’insegnamento delle “migrazioni” in maniera multidisciplinare; l’Italia di oggi rischia di perdere la conoscenza di una delle pagine più intense della sua storia, l’emigrazione italiana nel mondo, e questa mancata conoscenza si traduce in sottovalutazione e soprattutto mancata valorizzazione di questa unica e irripetibile opportunità di espansione dei nostri orizzonti culturali oltre che di internazionalizzazione del Paese. CC.Grazie Senatore per questo suo contributo e noi riteniamo che la cittadinan- za è oggi un fenomeno che suscita la massima attenzione della ricerca scientifica e della opinione pubblica. Siriconosce sempre più la sua funzione di dispositivo di inclusione, coesione e sviluppo delle società. Noi continueremo ad offrire degli strumenti più adeguati per superare il fenomenodiscriminatorio che caratterizza la disciplina italiana in materia di cittadinanza, con particolare riferimento ai discendenti di donne cittadine che hanno perso la cittadinanza italiana o che non l’hanno potuto trasmettere iure sanguinis alla prole prima del primo gennaio 1948.
Avv. Claudia Candiani
FONTE: Presenza 1º settembre 2022