ROMA - È iniziata oggi pomeriggio nell’Aula di Montecitorio la discussione sulla proposta di legge a prima firma Ricciardi (Pd) “Destinazione agli uffici diplomatici e consolari di quota dei proventi derivanti dal rilascio dei passaporti all'estero”. Alla presenza del sottosegretario all’Economia e Finanze Federico Freni, la relatrice del provvedimento Elisabetta Gardini (FdI) – che ha raccolto il testimone da Emanuele Loperfido,
relatore in Commissione Esteri – ha illustrato ai colleghi la ratio del provvedimento: “reperire specifiche risorse per poter rafforzare i servizi consolari per i cittadini italiani residenti o presenti all'estero, con priorità per i servizi maggiormente richiesti, come le richieste di emissione di passaporti all'estero”. Nello specifico, ha sintetizzato Gardini, la proposta di legge “prevede che i proventi derivanti dal versamento degli importi dovuti da chi richiede il rilascio dei passaporti all'estero siano attribuiti, su base trimestrale, al bilancio dell'ufficio diplomatico-consolare che ha rilasciato il relativo passaporto, nella misura del 10 per cento rispetto alle quote di contributo amministrativo per il rilascio del passaporto ordinario. Al comma 2, si precisa che la suddetta misura percentuale può subire un incremento, fino a un massimo del 30 per cento, nei casi in cui la variazione della quota non comporti nuovi oneri per la finanza pubblica. Il meccanismo individuato prevede il versamento di tali somme all'entrata del bilancio dello Stato e la riassegnazione in favore dello stato di previsione del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, con successivo versamento alla rispettiva sede diplomatica-consolare. Nel sito Internet del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale sarà pubblicata una relazione contenente i dati aggregati relativi all'utilizzo dei proventi di cui al comma 1”. Si tratta, ha ricordato, di “una soluzione simile a quanto previsto dall'articolo 1, comma 429, della legge di bilancio 2017, legge n. 232 del 2016, che ha riassegnato il 30 per cento dei versamenti effettuati per la domanda di riconoscimento della cittadinanza italiana - pari a 300 euro - allo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, per essere, a loro volta, attribuiti agli uffici dei consolati di ciascuna circoscrizione consolare, in proporzione ai versamenti ricevuti”. Agli oneri derivanti dalla attuazione della legge, “pari a 4 milioni di euro annui, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per le esigenze indifferibili, di cui all'articolo 1, comma 200, della legge di stabilità 2015, legge n. 190 del 2014”. Concludendo, la relatrice ha sottolineato che “i principi ispiratori della proposta di legge hanno raccolto una larga condivisione nella Commissione affari esteri” ricordando, però, le criticità evidenziate dalla Commissione bilancio “sul piano dei profili finanziari del provvedimento”. Criticità su cui il Mef oggi non si è pronunciato, avendo Freni rinunciato al suo intervento. È quindi toccato a Toni Ricciardi evidenziare l’opportunità della sua proposta di legge, la prima da lui presentata che arriva in Aula. Ringraziati la relatrice, il Pd, il capogruppo della Commissione esteri, Amendola, i funzionari della Commissione e il collega Andrea Di Giuseppe (FdI), oltre che tutti gli altri colleghi eletti all'estero che hanno sostenuto la proposta, Ricciardi ha spiegato che essa “introduce un criterio di produttività nella pubblica amministrazione”, cioè “più passaporti erogo, più risorse la sede consolare riceve direttamente ogni trimestre, più riesco ad avere risorse per migliorare i servizi e più contestualmente abbasso le liste d'attesa” per l’ottenimento del passaporto. Si tratta di “far tesoro di un'esperienza già maturata a legislazione vigente, che è quella delle cittadinanze”. Una legge che “ha prodotto una quantità di risorse e di miglioramento dei servizi, soprattutto nelle sedi consolari in America Latina - extra-Europa - dove è maggiore la richiesta di cittadinanza. Tuttavia, noi abbiamo il 65 per cento di iscritti AIRE che risiedono in Europa. Il 90 per cento delle partenze annuali, che oscilla tra le 100.000 e 150.000 unità l'anno, si dirige prevalentemente in Europa. Allora, lì abbiamo una difficoltà e questa difficoltà noi cerchiamo di affrontarla insieme”. Il testo è frutto “di un lavoro di condivisione da parte di tutti”, compresi “diversi consoli e ambasciatori, che hanno vagliato il testo, che l'hanno definito e che l'hanno pensato insieme a noi. Molte sedi non attendono altro per cercare di fare una sperimentazione, intanto partendo dal 10 per cento, perché è una misura che, messa a regime - toccato il punto di equilibrio, si direbbe in economia - si autofinanzia. Il tentativo poi è quello di arrivare a toccare quota 30 per cento”. In cifre, “stando al 2023, solo di passaporti, all'estero ne sono stati erogati oltre 550.000. Ora, voi capite che immaginare di riuscire ad aumentare il tasso di produttività e produrre una resa economica per le sedi consolari, cercando di migliorare i servizi a spesa invariata - perché la misura si autofinanzia - credo sia quantomeno un tentativo di sperimentazione che collettivamente tutte e tutti dobbiamo fare”, ha detto Ricciardi citando poi un altro provvedimento che riguarderà tutti gli italiani, in Patria e all’estero: “abbiamo già depositato una proposta di legge che prevede, sul modello spagnolo, che al superamento del settantesimo anno di età, tranne che per questioni specifiche previste dalla norma e dalla legge, non si dovrà più rinnovare il documento di riconoscimento”. Una misura che abbatterebbe ulteriormente i tempi di attesa. La parola è passata a Francesco Muria (FdI) secondo cui “quando si trattano argomenti di carattere internazionale, che soprattutto interessano i nostri concittadini all'estero, le divisioni partitiche presenti in quest'Aula si possono anche superare”. Citato l’emendamento Loperfido approvato dalla Commissione e le modifiche fatte per “risolvere il contrasto tra la proposta di legge e la normativa sulla contabilità”, Muria ha auspicato che "attraverso il potenziamento operativo, si possa instaurare un circolo di entrata virtuoso, che possa portare in futuro un dato di entrata ben superiore all'onere di copertura stimato”. Richiamate le sanzioni per la mancata iscrizione all’Aire introdotte dal Governo con l’ultima legge di bilancio, il deputato ha osservato come “il potenziamento del servizio, riducendo i tempi per il rilascio, permetterà a numerosi cittadini italiani all'estero di viaggiare, incrementando anche il dato sui rientri turistici, in linea con gli obiettivi prefissati dal programma “Turismo delle Radici””. Inoltre, “il potenziamento delle reti consolari mediante le risorse derivanti dalla quota di contributo amministrativo destinato alle reti consolari avrà effetti positivi anche nel potenziamento di ulteriori servizi, che risultano anch'essi molto richiesti, quali la concessione eventuale di visti e delle carte d'identità elettroniche”. Concludendo, Muria ha sostenuto che “con questo provvedimento, oltre a dimostrare che, differentemente dal passato, le buone idee provenienti dall'opposizione non vengono bocciate a priori, il Governo, come mai prima d'ora, ha dimostrato, ancora una volta, di avere a cuore l'interesse di milioni di nostri connazionali che risiedono all'estero e che, dopo anni di dimenticatoio, sono comprensibilmente ascoltati dai loro rappresentanti”. Eletto all’estero in Centro e Nord America, Christian Di Sanzo (Pd) – tra i primi firmatari del testo – ha sottolineato l’importanza del provvedimento anche alla luce dell’aumento costante dei residenti all’estero. “Molte sedi consolari stanno proprio soffrendo per la rapidità con cui la popolazione residente è cresciuta rispetto alla dotazione di personale e i tempi di richiesta di aggiunta di personale, di pubblicazione dei bandi, della ricerca del personale purtroppo sono lunghi e spesso non si riescono ad adeguare alle esigenze con cui la popolazione sta crescendo. Quindi, i cittadini non riescono a ricevere un servizio che è all'altezza di quello che vorremmo e di quello che si aspetterebbero”, ha detto il deputato. “I cittadini spesso non riescono ad avere il documento in tempi rapidi; a volte chi è in possesso della doppia cittadinanza cerca di fare il viaggio con il secondo passaporto, ma molti rimangono impossibilitati a lasciare il Paese in cui risiedono. La percezione di questa domanda inevasa genera un senso di abbandono, di distaccamento dal nostro Paese, a causa anche dei disservizi che si aggiungono oltre a quello del viaggio, come, ad esempio, l'impossibilità di ottenere lo SPID all'estero, che è il centro fondamentale per tanti servizi per i nostri cittadini all'estero”. Le sedi consolari “si trovano a gestire diverse priorità che spesso variano in modo stagionale, però con una limitata flessibilità riguardo all'efficientamento delle risorse. Possiamo, però, osservare che se da una parte la dotazione di fondi è limitata per le esigenze di bilancio, dall'altra è possibile aiutare le sedi con maggiore autonomia e flessibilità destinata alla produttività. Ed è proprio in quest'ottica che abbiamo formulato questa proposta di legge”. Ringraziato Ricciardi “che, da subito, si è adoperato per cercare di far approvare questa proposta in un clima di dialogo tra tutte le parti politiche” e “il mio collega di collegio, l'onorevole Di Giuseppe, che ha condiviso l'impianto e poi ha appoggiato la proposta”, Di Sanzo ha definito il provvedimento “una piccola rivoluzione per i servizi consolari e per i tanti italiani all'estero. Una riforma che va nella direzione di una maggiore autonomia, di una maggiore responsabilità per le sedi e per i capi missione, in un'ottica di servizio ai cittadini ai quali vogliamo che i servizi consolari siano erogati con l'efficienza che gli è dovuta”. “Un sistema virtuoso che speriamo possa portare nel tempo, non solo a una maggiore efficienza, ma anche – ha concluso – a un dialogo costante tra i nostri concittadini all'estero e le nostre rappresentanze diplomatico-consolari, a beneficio di tutto il nostro sistema Paese”. Avendo rinunciato alla replica sia la relatrice Gardini che il sottosegretario freni, il seguito del dibattito è stato rinviato ad altra seduta. (aise 22/07/2024)