GINEVRA - "Sempre più donne si uniscono al numero dei migranti nel mondo che partono per mantenere le proprie famiglie e migliorare la propria condizione economica. Come migranti devono affrontare grandi sfide. Per questo la Festa della Donna è dedicata quest’anno alle donne che vivono in contesti rurali".
Lo afferma una nota dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) in cui si rileva,peraltro che "Nonostante l’uguaglianza tra i sessi e una maggiore centralità del ruolo della donna siano temi che acquistano sempre più importanza, le donne che vivono in contesti rurali e che rappresentano circa un quarto della popolazione mondiale sono ancora molto svantaggiate: dai salari più bassi alla mancanza di educazione, le donne hanno molta meno influenza politica e sociale degli uomini, sia nel contesto rurale sia in quello urbano". L’OIM, che ritiene che "le donne sono per definizione tra le categorie di migranti più vulnerabili e necessitano perciò di una maggiore protezione da parte di quegli stati che credono che una migrazione umana e ordinata porti benefici alla società e agli stessi migranti", "invita quindi la comunità internazionale a:
• Promuovere una migrazione sicura per le donne che vivono in aree rurali, prevenire la tratta di esseri umani e fornire informazioni sicure sulla migrazione, sui documenti d’identità e di viaggio e su altri servizi relativi alla migrazione.
• Promuovere una migliore regolamentazione della migrazione delle donne che lavorano come badanti e assistenti domestiche, e promuovere al contempo lo sviluppo di meccanismi di protezione in grado di garantire condizioni di lavoro adeguate nei paesi di destinazione.
• Promuovere un orientamento pre-partenza che tenga conto delle differenze di genere, anche per quanti migrano all’estero per ricongiungersi con il futuro sposo.
• Promuovere un’assistenza umanitaria che tenga conto delle differenze di genere per le donne che vivono in contesti rurali, in particolar modo nel caso di situazioni d’emergenza quali i disastri naturali. Promuovere la massima partecipazione delle donne nella decisione comunitaria delle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale.
• Promuovere il pieno rispetto dei diritti umani per le donne e l’effettivo accesso alla giustizia e al risarcimento in caso di violenza di genere o sfruttamento, fornire assistenza alle vittime di violenze e abusi, anche con opzioni di ritorno e reintegrazione.
• Promuovere servizi sociali e sanitari accessibili per prezzo e modalità ai migranti che si spostano per motivi di lavoro, includendo nei servizi anche quelli relativi alla salute sessuale e riproduttiva.
• Fornire supporto specifico alle donne che mantengono intere famiglie nei paesi d’origine e promuovere servizi di assistenza per le famiglie rimaste in patria.
• Supportare lo sviluppo economico delle donne che vivono in aree rurali, anche attraverso la promozione di diverse modalità di gestione delle rimesse.
• Sviluppare la ricerca e incoraggiare la raccolta dati sulla situazione delle donne e delle ragazze che vivono in aree rurali e sui loro comportamenti migratori.
• Incoraggiare il dialogo tra paesi e potenziare la cooperazione bilaterale, regionale, interregionale e internazionale per migliorare la protezione delle donne che migrano per lavoro, promuovendo inoltre politiche migratorie internazionali che tengano conto delle differenze di genere". (aise)