La Russia stila l’elenco dei paesi ostili. C’è anche l’Italia. Oltre che l’Ucraina, gli Usa, i paesi Ue, la Gran Bretagna, il Giappone, l’Australia, la Corea del Sud, l’Australia, Taiwan, e Singapore. Anche la Svizzera che ha interrotto la sua proverbiale neutralità. Nella lista figurano anche piccoli paesi, Andorra, Islanda, Liechtenstein, Monaco, San Marino e Micronesia.
di Zeno Casella - Agenti di Putin, giustificazionisti, fiancheggiatori, complici del nemico, “Putin-Versteher”. Gli appellativi attribuiti dalla stampa e dagli “intellettuali” occidentali a chi esce dal coro del mainstream atlantista in merito al conflitto in Ucraina sono numerosi e vengono distribuiti ad ampie mani in questi giorni.
(foto accanto - D'Alema e Spataro) Un ricordo di Agostino Spataro In un sol giorno tre Paesi ex membri del Patto di Varsavia furono cooptati nella Nato. Quella mattina dell’11 marzo del 1999 (esattamente 23 anni fa), alle ore 8,30, fui ricevuto, in visita privata, al palazzo del Parlamento di Budapest, dal presidente della Repubblica di Ungheria dott. Gonz Arpad.
Chi decide di dichiarare guerra al “nemico”, nel nostro caso la Russia, dovrebbe prima ascoltarlo, per capire meglio chi è e dunque imbracciare l’arma giusta per combatterlo. Anche chi sostiene le ragioni di Putin, convinto che il nemico non è lui ma l’altro, quello che parla una lingua vicina all’inglese e fa guerra per interposta Ucraina,
Roma - Dall’accoglienza dei profughi alla risposta economica ed energetica: nel corso del question time alla Camera del 9 marzo, il premier Mario Draghi ha affrontato tanti aspetti della crisi ucraina che riguardano da vicino il nostro Paese, i cui effetti – avverte il presidente del Consiglio – si faranno sentire a lungo.