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La lingua di Camilleri Una peculiarità di alcuni romanzi di Camilleri è l'uso di un particolare linguaggio commisto di italiano e siciliano. Come sue prime opere letterarie Camilleri scrisse poesie che rispettavano scrupolosamente le regole di composizione e usavano il linguaggio letterario italiano.

Biografia Nasce il 6 settembre del 1925 a Porto Empedocle (AG), figlio unico di Carmelina Fragapane e di Giuseppe Camilleri, ispettore delle compagnie portuali che partecipò alla marcia su Roma. Vive a Roma dalla fine degli anni '40 e dal 1968 trascorre alcuni mesi l'anno a

                                                                               POEMETTO BERNESCO                                    con versione italiana del prof. Giuseppe Gazzino da Genova                                                                (in "Opere", Salvatore Di Marzo Editore, Palermo, 1857)   Argumentu                                        Argomento Spiega lu primu statu di li Dei,               Spiega qual degli Dei fosse lo stato

Cinquecento Durante il secolo successivo, questa corrente si amplia ulteriormente. Ne sono protagonisti Girolamo d'Avila, Filippo Paruta, Argisto Giuffredi, Tobiolo Benfari, Mariano Bonincontro e soprattutto Antonio Veneziano e Bartolomeo Asmundo.

 Giovanni Meli,  nasce a Palermo il 6 marzo 1740 da Antonio, di professione orefice, e da Vincenza Torriquas, durante la monarchia riformista di Carlo III di Borbone. n questo periodo, il buon governo del Viceré Caracciolo favorìsce, grazie ad una serie di riforme, la rinascita della vita culturale e civile, specie a Palermo.

Nella presente rubrica, ci piace richiamare la cultura siciliana sotto tutte le sue varie forme, a partire dal momento in cui è stata una delle più famose esistenti. Per questo, volendo seguire una traccia coerente e significativa, partiremo dalla “Scuola Siciliana” dei tempi di Federico II, che fece scuola per parecchio tempo.

Giovanni Meli (foto accanto),  nasce a Palermo il 6 marzo 1740 da Antonio, di professione orefice, e da Vincenza Torriquas, durante la monarchia riformista di Carlo III di Borbone. n questo periodo, il buon governo del Viceré Caracciolo favorìsce, grazie ad una serie di riforme, la rinascita della vita culturale e civile, specie a Palermo.